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lunedì, ottobre 18, 2004

Si avvicinano le elezioni USA 

Poco più di dieci giorni ci separano dalla data delle elezioni americane: il match tra Bush e Kerry è ancora incertissimo (due sondaggi odierni danno il Presidente uscente in vantaggio di due punti, praticamente un niente alla resa dei conti).
Vediamo di scoprire quali possono essere le cose che inducano il popolo americano a schierarsi per uno o per l’altro dei due candidati.
Per quanto riguarda Bush, ovviamente, si guarda all’andamento della campagna irakena: qualora l’esercito della coalizione riuscisse a conseguire un successo importante, questo si rifletterebbe sull’andamento della campagna elettorale.
Quale potrebbe essere un successo veramente eclatante? Sicuramente la morte o la cattura di Al Zarqawi, inviato di Bin Laden in Irak e gravato da una taglia di 25 milioni di dollari; l’attacco a Falluja e i bombardamenti ripetuti a questa località sembrano andare verso questa direzione, poiché tutti ritengono che in quella cittadina ci sia la base dei delinquenti amici di Al Qaeda.
Qualora invece non ci sia nessuna novità sul fronte della guerra irakena, questo si rivelerà un aiuto per Kerry che potrà continuare a battere il motivo del “pantano nel quale è andata a cacciarsi l’America”.
Sul fronte interno i due candidati battono strade abbastanza diverse: Bush cerca di magnificare i successi in economia e l’abbassamento dei tassi di disoccupazione; allo stesso tempo batte il chiodo su possibili futuri abbassamenti di tasse (mi sembra una canzone già udita) e cerca così di accaparrarsi il voto del ceto medio che sarebbe il maggiore beneficiato da questo provvedimento.
Kerry invece cerca di cavalcare l’insoddisfazione del ceto medio/basso per le condizioni di vita e, segnatamente, per la mancanza di provvedimenti sociali a suo favore (sanità, asili, scuole,ecc.). Per queste rivendicazioni il candidato ricerca (e ottiene) l’appoggio dell’elettorato “liberal – progressista” composto da intellettuali e gente di spettacolo, quasi tutti schierati con lui.
Entrambi i candidati hanno un problema che li angustia e che cercano di risolvere: gli indecisi (nei sondaggi) che poi si trasformano in astenuti (nel corso delle votazioni), facendo così raggiungere alla percentuale dei votanti – al massimo – un percentuale del 50% degli aventi diritto.
Questo problema, che sembra manifestare una disaffezione per la massima espressione della democrazia, in realtà discende da una consapevolezza del popolo americano che i due candidati sono talmente simili tra loro che “questo o quello per me pari sono”; che poi magari non è così vero come può apparire, ma anche i confronti televisivi si sono rivelati inutili a formare una graduatoria di gradimento: in pratica ha vinto di pochissimo Kerry, ma sono stati sufficienti pochi giorni per fare scordare tutto alla gente e infatti i sondaggi più recenti mostrano un nuovo sorpasso di Bush.
E intanto i due candidati battono l’America palmo a palmo alla ricerca spasmodica del consenso, nella convinzione di poter riuscire a scuotere gli indecisi e portarli dalla loro parte. Sarebbe la vera, autentica sfida vincendo, con la quale si fa saltare il banco.
Che dire? Auguri a entrambi, nella ferma convinzione che non siano poi tanto diversi l’uno dall’altro.

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