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martedì, ottobre 12, 2004

Ombellico scoperto e burka 

Al peggio non c’è mai fine, dice un proverbio che mi sembra molto calzante: un preside di una scuola di Avezzano ha vietato l’uso dei jeans con vita abbassata e quindi con mostra dell’ombellico fino a…(dipende) e del fondoschiena …fino a (dipende).
Tale moda, che è tesa a “mostrare”, viene paragonata dall’illustre cattedratico all’uso del burka che, come è noto, è teso invece a “nascondere”.
In pratica entrambe i look vengono stigmatizzati e – quel che è peggio – assolutamente vietate dal preside che, se non altro, si è reso famoso, se non benvisto dai giovani che ovviamente tendono a prenderlo in giro, dopo averci sghignazzato sopra.
Questa è la scuola italiana, questi sono gli insegnanti dei nostri figli e – riforma Moratti o non riforma Moratti – questi sono coloro designati a formare la futura classe dirigente.
Badate bene, non che si debba essere per forza favorevoli ai jeans a vita abbassata, ma c’è modo e modo di discuterci sopra.
Tanto per cominciare dobbiamo ammettere che questo tipico vestiario viene indossato da “tutte” le ragazzine ed è diventato in uso anche alle ragazze (20 e 30 anni) e, perché no, anche a diverse signore.
L’abbigliamento, come dicevo, è decisamente particolare e, per essere ben indossato, necessiterebbe di un fisico adeguato: banditi quindi i cuscinetti di grasso che si formano appena sotto la forma dei fianchi, assolutamente vietate le pancette un po’ sporgenti che fanno fare al jeans una curva non molto simpatica.
Se questo lo dici ad una ragazza – cioè che non tutte possono permettersi la vita bassa – lei ti risponde che non indossa l’indumento per essere più bella o per essere alla moda, ma solo perché…le piace (tipica risposta di chi non sa cosa rispondere).
Ma comunque sia, l’offesa agli occhi degli osservatori più esigenti è soprattutto nei casi delle signore ultratrentenni, con un paio di gravidanze all’attivo, ma che non demordono nel voler “mordere la vita”; ed allora portano i jeans con la vita abbassata: sono ridicole? Forse, ma meglio così che coperte fino alla punta dei capelli con un burka celestini. Se poi invece fosse possibile una via di mezzo, beh allora…
Quello però che non riesco a tollerare è l’assurda ingerenza di un funzionario statale nel modo di vestire delle studentesse: se non c’è niente che vada contro la morale corrente (e indubbiamente non c’è) non capisco perché l’illustre professore debba arrabbiarsi, prendere carta e penna ed emanare circolari.
La sua risposta è stata: quando una ragazza sta a sedere, colui che è dietro lei, rischia di vedere l’inizio del fondoschiena e…non va bene!
Ma perché non va bene, c’è qualcosa di male, specie se il fondoschiena è ben fatto e si guarda con interesse?
Purtroppo si torna lì: non sono molti i fondoschiena che si possono permettere di essere promossi ad un esame del genere, ma allora si scende nel buon gusto personale e di gruppo.
A proposito del vestire di gruppo, avete notato che i giovani – contrari alle divise militaristiche – sono invece …. tutti in divisa perché hanno tutti lo stesso look, con lo stesso tipo di abito e con le stesse fogge di capelli, con le stesse scarpe e con gli stessi zainetti.
Non se ne rendono conto, ma è un modo di essere tutti etichettati con un solo cartoncino e questo, se mi è permesso dirlo, è esattamente il contrario di quello che i giovani si augurano, per se e per gli altri: ma è solo un’immagine, ovviamente, perché nella realtà invece….

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