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venerdì, ottobre 08, 2004

Il duello Bush - Kerry 

Manca poco più di venti giorni alle elezioni presidenziali americane e le sorti del duello sono ancora in bilico: l’ultimo duello televisivo ha riportato i sondaggi in una sostanziale parità, dopo che Bush era stato in leggero vantaggio nella prima parte della campagna elettorale; stasera una nuova puntata dello scontro TV e la settimana prossima l’ultima.
Su cosa si è basata sin qui la strategia dei due contendenti alla Casa Bianca è presto detto: Kerry impegnato a rinfacciare al Presidente tutti gli errori commessi durante la guerra in Irak (bella forza, è come sparare sulla Croce Rossa) senza peraltro proporre una organica politica per togliersi dal pantano; Bush impegnato a rintuzzare le accuse dello sfidante in politica estera e proteso invece a portare in bella evidenza i successi in politica interna (economia, controllo del crimine, disoccupazione, ecc.).
La contesa appassiona tutto il mondo, perché è opinione comune che un cambio di presidente porterebbe anche un sostanzioso cambio di politica estera: per esempio Bush ha cattivi rapporti con l’Europa, mentre Kerry sembrerebbe intenzionato a ripristinare quelle intese che – raramente per la verità – si sono viste tra le due sponde dell’Oceano.
Chi è poco appassionato mi sembra il popolo americano che – a parte le manifestazioni di piazza che ci fanno vedere attorno ai due candidati – si porterà alle urne in misura non superiore al 40% e questa “minoranza” eleggerà l’uomo più potente del mondo: sono stranezze della democrazia, stranezze fin che si vuole ma sempre sotto l’egida della democrazia.
È ovvio che le vicende irakene avranno un peso notevole nel risultato elettorale: c’è da attendersi quindi che il Presidente uscente s’inventi qualche situazione favorevole che possa colpire l’opinione pubblica.
Sarebbe come dire, quanto vale in termini di voti, la cattura – non dico di Bin Laden – ma di Al Zarqawi? Ovviamente qualche milione, in grado quindi di spostare il risultato verso una delle parti.
Ci sono poi gli atti che vengono compiuti dai “delinquenti” (ricorderete: questo è l’appellativo che mi sono imposto per citare quelli che tutti gli altri chiamano i terroristi); è di queste ore, appena battuto dalle agenzie, la notizia che l’ostaggio inglese, Ed Beagley, sarebbe stato sgozzato.
Il cerimoniale del video fatto pervenire ad una televisione di Abu Dabi sarebbe lo stesso di sempre: l’ostaggio in ginocchio rivolto verso la telecamera, con indosso la solita tuta arancione, che recita una sorta di breve monologo (incomprensibile, sembra), mentre alle sue spalle sei delinquenti armati fino ai denti sono lì con aria minacciosa. Appena l’ostaggio ha terminato, uno dei sei tira fuori un coltellaccio e sgozza il poveretto (ricordo, per chi se lo fosse scordato, che si tratta di un ingegnere civile che si stava occupando di ricostruzione); al termine del macabro rito, la testa - divelta dal corpo – viene appoggiata sulla schiena del poveretto. Sipario.
Queste cose hanno incidenza sulle elezioni americane? Non lo so, sicuramente incidono sulle elezioni irakene fissate per il prossimo gennaio 2005, se non altro nell’affluenza alle urne (manca ancora la schedatura elettorale di 12 milioni di persone).
Aspettiamo domani per leggere i commenti al dibattito Bush – Kerry e al nuovo delitto dei delinquenti in Irak.

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