mercoledì, ottobre 06, 2004
Il difficile parto della finanziaria
Continua nelle sedi ministeriali e parlamentari la gestazione della manovra finanziaria relativa al 2005; sappiamo, fin dall’inizio della discussione, che la cifra occorrente (cioè i risparmi o i maggiori introiti) deve ammontare a 24.000 miliardi delle vecchie lire (12 miliardi di Euro) e il bello è che nessuno vuole rinunciare a niente (anzi, gli statali sono già a battere cassa per avere gli aumento, doverosi, per carità, però..) e di aumentare le tasse nemmeno a parlarne, perché ne andrebbe della credibilità del Premier che si ostina a dire che dal 2005 le tasse verranno abbassate.
Abbiamo sperimentato per vari anni la cosiddetta “finanza creativa” dell’ex ministro Tremonti che inventava operazioni contabili che assomigliavano a scamotti ed il cui risultato era quello di abbassare – in forma puramente virtuale – il deficit d’esercizio.
Il suo successore, l’allievo Siniscalco, aveva promesso che avrebbe costruito una finanziaria semplicissima, comprensibile da tutti, in controtendenza con il passato.
I primi passi sono stati abbastanza stentati e non hanno mantenuto le promesse della vigilia; in questi ultimi giorni poi si è battuto ogni record con l’invenzione della “vendita delle strade statali” ad una società privata – ma con compartecipazione statale – che poi dovrebbe immettere un pedaggio per recuperare la cifra spesa (circa 3 miliardi di Euro).
Si sono aperte tutte le possibili polemiche con enti locali e con semplici cittadini che – già tartassati dalla società Autostrade – si vedrebbero colpiti anche dalla nuova struttura che, sembrava, gli avrebbe potuto prendere i soldi appena usciti di casa.
A onor del vero anche il mondo politico si è mosso e in particolare la Lega, cioè un partito di governo, che ha affermato con forza che non firmerà mai un provvedimento che contenga tale normativa.
Il ministro è corso ai ripari e ha precisato il meccanismo dell’operazione: per quanto sono riuscito a capire, il pedaggio sarebbe anch’esso “virtuale”, nel senso che lo pagherebbe lo Stato alla società della quale è principale azionista; ma allora dove sarebbe il guadagno?
Mi auguro di non aver capito bene, perché se la cosa sta nei termini che ho appena detto, la finanza creativa di Tremonti schiatta di rabbia nel confronto con questa che definirei “incomprensibile”; una considerazione però me la voglio permettere: se non c’ho capito niente io che credo di essere nella media per quanto riguarda cultura, istruzione e aggiornamento, vorrei sapere che cosa ci hanno capito la maggior parte dei miei concittadini.
E allora mi sorge il dubbio che non ci sia grande interesse sia a capire le cose che a farle capire; il circolo virtuoso della comunicazione che dal comunicante giunge al recettore e, nel caso della comprensione del messaggio, torna indietro, in questo caso ha una sorta di costo circuito che ne interrompe la circolazione.
Ma intanto Lui continua ad affermare che abbasserà le tasse! E ne è anche convinto; o no!
Sarebbe bene che qualcuno si ricordi che con questo andamento dei prodotti energetici, nonostante il paniere della scala mobile sia addirittura truffaldino, nei primi mesi del 2005 ripartirà l’inflazione a tutto gas e sarà un problema fermarla.
Ed anche l’Alitalia sarà un bel costo per la collettività, con tutti gli ammortizzatori sociali che sono previsti nell’accordo.
Abbiamo sperimentato per vari anni la cosiddetta “finanza creativa” dell’ex ministro Tremonti che inventava operazioni contabili che assomigliavano a scamotti ed il cui risultato era quello di abbassare – in forma puramente virtuale – il deficit d’esercizio.
Il suo successore, l’allievo Siniscalco, aveva promesso che avrebbe costruito una finanziaria semplicissima, comprensibile da tutti, in controtendenza con il passato.
I primi passi sono stati abbastanza stentati e non hanno mantenuto le promesse della vigilia; in questi ultimi giorni poi si è battuto ogni record con l’invenzione della “vendita delle strade statali” ad una società privata – ma con compartecipazione statale – che poi dovrebbe immettere un pedaggio per recuperare la cifra spesa (circa 3 miliardi di Euro).
Si sono aperte tutte le possibili polemiche con enti locali e con semplici cittadini che – già tartassati dalla società Autostrade – si vedrebbero colpiti anche dalla nuova struttura che, sembrava, gli avrebbe potuto prendere i soldi appena usciti di casa.
A onor del vero anche il mondo politico si è mosso e in particolare la Lega, cioè un partito di governo, che ha affermato con forza che non firmerà mai un provvedimento che contenga tale normativa.
Il ministro è corso ai ripari e ha precisato il meccanismo dell’operazione: per quanto sono riuscito a capire, il pedaggio sarebbe anch’esso “virtuale”, nel senso che lo pagherebbe lo Stato alla società della quale è principale azionista; ma allora dove sarebbe il guadagno?
Mi auguro di non aver capito bene, perché se la cosa sta nei termini che ho appena detto, la finanza creativa di Tremonti schiatta di rabbia nel confronto con questa che definirei “incomprensibile”; una considerazione però me la voglio permettere: se non c’ho capito niente io che credo di essere nella media per quanto riguarda cultura, istruzione e aggiornamento, vorrei sapere che cosa ci hanno capito la maggior parte dei miei concittadini.
E allora mi sorge il dubbio che non ci sia grande interesse sia a capire le cose che a farle capire; il circolo virtuoso della comunicazione che dal comunicante giunge al recettore e, nel caso della comprensione del messaggio, torna indietro, in questo caso ha una sorta di costo circuito che ne interrompe la circolazione.
Ma intanto Lui continua ad affermare che abbasserà le tasse! E ne è anche convinto; o no!
Sarebbe bene che qualcuno si ricordi che con questo andamento dei prodotti energetici, nonostante il paniere della scala mobile sia addirittura truffaldino, nei primi mesi del 2005 ripartirà l’inflazione a tutto gas e sarà un problema fermarla.
Ed anche l’Alitalia sarà un bel costo per la collettività, con tutti gli ammortizzatori sociali che sono previsti nell’accordo.