sabato, ottobre 30, 2004
Buttiglione cacciato
Dedichiamo questo post alla vicenda del povero Buttiglione, designato dal premier Berlusconi come membro della nuova Commissione Europea presieduta da Barroso e “rifiutato” dagli euro-parlamentari per aver avuto l’ardire di affermare che “per la sua coscienza gli omosessuali commettono peccato”, aggiungendo che queste sue convinzioni non avrebbero influito sulle sue decisioni di commissario..
Premetto che non ho nessuna intenzione di difendere Buttiglione che, peraltro, mi rimane anche antipatico sia sotto il profilo umano che politico; però non è questo il problema: di fatto è uno schiaffo sonoro agli italiani dato dai signori euro-parlamentari che nessuno conosce e, tanto meno stima (io per primo).
Al di là delle manfrine dei comunicati ufficiali, le cose sono andate così: gli euro-parlamentari hanno detto chiaramente a Barroso che gli avrebbero reso la vita difficile se nella sua commissione ci fosse stato Buttiglione, Barroso si è rivolto a Berlusconi per esternargli questa nuova situazione e il nostro premier – con gli “attributi” che tutti noi gli riconosciamo – ha detto obbedisco al portoghese, ma di fatto al nemico Schultz (capogruppo dei socialisti a Strasburgo) ed ha pregato (cioè costretto) Buttiglione a ritirarsi; al suo posto si profila la candidatura Frattini (con Fini agli Esteri) o della Moratti (con Bottiglione all’Istruzione).
Il nostro Berlusca, confermandosi ancora una volta fortissimo con i deboli e tremebondo con i forti, ha peraltro colto l’occasione di prendere due piccioni con una fava, come si dice: ha favorito Barroso che è della sua “scuderia” e, con il rientro di Buttiglione nel governo, può procedere ad un mini rimpasto che verrebbe incontro alle richieste di Fini; nel caso poi che riuscisse a imbarcare nella compagine governativa anche Follini (leader dell’UDC) alla vice presidenza, si avrebbe il tanto desiderato e mai potuto realizzare “governo dei segretari”.
Tutto bene, tutto giusto, ma ci sono due piccoli problemi che restano inevasi e che, almeno i cittadini più attenti, gradirebbero ricevere delle risposte.
Il primo è quello relativo allo schiaffo che Berlusconi (del quale me ne frego) e l’intero popolo italiano ha ricevuto da una buona parte dei deputati europei: non rendersene conto fa parte della confusione mentale che i mezzi di comunicazione di massa ingenerano nella gente, ma le cose stanno proprio così, e a me gli schiaffi non piacciono.
Giriamo la cosa da qualsiasi parte, ma lo schiaffo c’è stato: mi sarebbe piaciuto che al posto del nostro Buttiglione ci fosse stato “un Buttiglione” protetto da Chirac o da Blair e non da quel cacasotto di Berlusconi: sono certo che la commissione Barroso ne avrebbe viste delle belle, sicuramente non una acquiescenza così pronta ed assoluta ai diktat dei socialisti europei; come minimo saremmo andati alla conta e in quella sede ognuno si sarebbe assunto le proprie responsabilità.
Il secondo problema riguarda i rapporti con il Vaticano: se è vero che la Chiesa è già uscita scornata dalla Costituzione, dove non sono state inserite le famose “radici cristiane dell’Europa”, questo secondo smacco – cacciata dell’unico ministro dichiaratamente cattolico (sembra addirittura consigliere del Papa) – non farà certo piacere agli inquilini di San Pietro, tanto più che la cacciata è avvenuta per affermazioni dichiaratamente cattoliche.
Stiamo pur certi che questi due smacchi verranno pagati – in qualche modo – e in forma anche “dolorosa” per il nostro Governo, accusato di essersi poco impegnato nella difesa del cattolicesimo. Potrei continuare a fregarmene, ma per la gente che riflessi ci saranno?
Premetto che non ho nessuna intenzione di difendere Buttiglione che, peraltro, mi rimane anche antipatico sia sotto il profilo umano che politico; però non è questo il problema: di fatto è uno schiaffo sonoro agli italiani dato dai signori euro-parlamentari che nessuno conosce e, tanto meno stima (io per primo).
Al di là delle manfrine dei comunicati ufficiali, le cose sono andate così: gli euro-parlamentari hanno detto chiaramente a Barroso che gli avrebbero reso la vita difficile se nella sua commissione ci fosse stato Buttiglione, Barroso si è rivolto a Berlusconi per esternargli questa nuova situazione e il nostro premier – con gli “attributi” che tutti noi gli riconosciamo – ha detto obbedisco al portoghese, ma di fatto al nemico Schultz (capogruppo dei socialisti a Strasburgo) ed ha pregato (cioè costretto) Buttiglione a ritirarsi; al suo posto si profila la candidatura Frattini (con Fini agli Esteri) o della Moratti (con Bottiglione all’Istruzione).
Il nostro Berlusca, confermandosi ancora una volta fortissimo con i deboli e tremebondo con i forti, ha peraltro colto l’occasione di prendere due piccioni con una fava, come si dice: ha favorito Barroso che è della sua “scuderia” e, con il rientro di Buttiglione nel governo, può procedere ad un mini rimpasto che verrebbe incontro alle richieste di Fini; nel caso poi che riuscisse a imbarcare nella compagine governativa anche Follini (leader dell’UDC) alla vice presidenza, si avrebbe il tanto desiderato e mai potuto realizzare “governo dei segretari”.
Tutto bene, tutto giusto, ma ci sono due piccoli problemi che restano inevasi e che, almeno i cittadini più attenti, gradirebbero ricevere delle risposte.
Il primo è quello relativo allo schiaffo che Berlusconi (del quale me ne frego) e l’intero popolo italiano ha ricevuto da una buona parte dei deputati europei: non rendersene conto fa parte della confusione mentale che i mezzi di comunicazione di massa ingenerano nella gente, ma le cose stanno proprio così, e a me gli schiaffi non piacciono.
Giriamo la cosa da qualsiasi parte, ma lo schiaffo c’è stato: mi sarebbe piaciuto che al posto del nostro Buttiglione ci fosse stato “un Buttiglione” protetto da Chirac o da Blair e non da quel cacasotto di Berlusconi: sono certo che la commissione Barroso ne avrebbe viste delle belle, sicuramente non una acquiescenza così pronta ed assoluta ai diktat dei socialisti europei; come minimo saremmo andati alla conta e in quella sede ognuno si sarebbe assunto le proprie responsabilità.
Il secondo problema riguarda i rapporti con il Vaticano: se è vero che la Chiesa è già uscita scornata dalla Costituzione, dove non sono state inserite le famose “radici cristiane dell’Europa”, questo secondo smacco – cacciata dell’unico ministro dichiaratamente cattolico (sembra addirittura consigliere del Papa) – non farà certo piacere agli inquilini di San Pietro, tanto più che la cacciata è avvenuta per affermazioni dichiaratamente cattoliche.
Stiamo pur certi che questi due smacchi verranno pagati – in qualche modo – e in forma anche “dolorosa” per il nostro Governo, accusato di essersi poco impegnato nella difesa del cattolicesimo. Potrei continuare a fregarmene, ma per la gente che riflessi ci saranno?