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sabato, settembre 11, 2004

Ritorno a casa 

E’ di oggi il mio ritorno a casa, dalla Mostra del Cinema di Venezia, come ebbi modo di comunicare ai miei lettori nel post del 29 agosto u.s.
Certo che in questi pochi giorni ne sono successe di cose, delle quali non abbiamo parlato e che io ho vissuto nell’atmosfera ovattata del Festival (un collega mi ha detto la cosa più carima: "noi qui stiamo vivendo la fiction della vita non la vita"); cominciamo ad elencarle:
1.rapimento delle due operatrici dell’ONG “Un Ponte per..”; cosa c’entra con la guerriglia, con tutto il casino che è scoppiato laggiù, rapire due ragazzine che sono andate in Irak per aiutare gli iracheni, con il cuore puro e gonfio di speranza, disposte a dare tutto per salvare un bambino di Bagdad, e un branco di delinquenti (ricorderete che è da tempo che i presunti terroristi li chiamo così) le ha ridotte in schiavitù, probabilmente per il solo fine di lucro e per la bestialità che li anima; e – ripeto - pensare che erano andate per fare del bene! Pensate ai genitori delle due ragazze (si chiamano entrambe Simona) e a come vivranno queste interminabili giornate senza notizie;
2.la strage di Belsen, con la morte di tanti bambini; in questo caso i delinquenti erano andati nell’edificio scolastico soltanto per eseguire una strage; nessuna trattativa era stata impostata, nessun intermediario si era fatto avanti; quindi si cercava soltanto la strage e possibilmente con più bambini possibili perché agli occhi dei mass media fruttano di più per la politica del terrore perseguita da questi delinquenti. Sembra che il tutto sia ancora legato alla vicenda Cecena, ma nessuno può dirlo: l’unico delinquente salvatosi parla in modo strano – per noi – ma chiarissimo per coloro ai quali sono dirette queste parole.
3.la nostra politica, che rispetto alle cose “veramente grosse” che accadono nel mondo appare piccola cosa, minuscola, ancora dedita alle polemichette sulla bandana o sulle battute di Prodi su Rutelli; ci sarebbe bisogno di una scossa, di un elemento nuovo che facesse muovere l’acqua stagnante della palude italiana, ma cosa potrebbe essere?
4.oggi è il terzo anniversario dell’abbattimento delle Twin Towers di New York ad opera di un manipoli di delinquenti che dirottarono quattro aerei (con uno gli andò male) su obiettivi sensibili e fecero oltre tremila morto, dei quali almeno la metà non hanno potuto essere riconosciuti. E poi mi si viene a dire che gli americani non dovevano arrabbiarsi così contro Saddam e contro Bin Laden, che in fondo loro lottano per il popolo e solo di striscio si mettono in tasca qualche miliardo. Certo che se li mette in tasca anche Bush e anche Cheney, ma cosa ci posso fare: se io fossi un americano guarderei a chi mi sta difendendo, bene o male, con strategie giuste o sbagliate, ma che comunque qualcosa sta facendo.
5.i due giornalisti francesi rapiti: credo che con questa azione i delinquenti si sono scoperti ancora di più: anzitutto l’ordine è sparare nel mucchio, senza quindi una strategia mirata poiché i francesi andavano trattati in guanti bianchi e, secondo, la bestialità è ormai un elemento connaturato a questi sudici delinquenti. E con la bestialità non si ragiona.
Ci leggiamo al più presto – forse addirittura domani – per aggiornarvi sulla Mostra di Venezia: che diamine sono andato via due settimane, qualcosa avrò fatto, visto e ascoltato!


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