giovedì, settembre 23, 2004
E se noi...
Continuano le notizie – false o vere – sulla sorte delle due Simone; comunicati su alcuni siti islamici danno come eseguite le sentenze di morte, mentre altri gruppi (gli ulema) smentiscono questo triste evento.
Mi sembra chiaro che finché se lo possono permettere, i delinquenti – come io li definisco – tendono ad “uccidere” tutti i giorni gli ostaggi, per continuare il più possibile l’effetto terrore nei confronti dei Paesi interessati (in questo caso sulla graticola ci siamo noi e gli inglesi).
A parte la ricerca di vie segrete e conosciute dagli “007”, poco ci resta da fare per quanto attiene alle autorità; così mi sono dilettato di fare una ipotesi (che vale solo la carta su cui è scritta): e se noi e gli inglesi si cominciasse a fare atti di ritorsione nei confronti dei concittadini dei delinquenti? Dato che affermano di non temere la morte – e i kamikaze lo dimostrano – perché non li mettiamo alla prova nei nostri Paesi.
In che modo non lo so, ma vorrei che ci facessimo sentire più incazzati, che smettessimo di dire che bisogna distinguere tra islamici buoni e cattivi (non è vero!), che questa non è una “guerra di religione (lo afferma oggi anche il nostro Presidente), quando invece si tratta proprio di questo: una specifica guerra per la riconquista dei territori occidentali, abitati da “infedeli” degni soltanto di essere soppressi.
Questo discorso che ho fatto, badate bene, non è farina del mio sacco, ma è ripreso semplicemente dall’ultimo comunicato di Al Zarqawi, il quale aggiunge poi che la Svaria consente la razzia di donne infedeli per farne delle schiave.
A giustificazione religiosa viene citato il versetto cranico che afferma “catturateli, assediateli e tendete loro agguati”; questo sarebbe anche secondo alcuni commentatori del Corano, la giustificazione pratica dei rapimenti dal punto di vista del diritto islamico.
Sempre nello stesso messaggio che precede lo sgozzamento e la decapitazione dell’americano Armstrong, il delinquente n.1 Al Zarqawi afferma beatamente che l’uccidere sulla via di Allah alza il loro morale, e per questo stiamo uccidendo i cani romani in applicazione agli ordini di Allah.
Questi comunicati, che passano in secondo ordine rispetto alla forza brutale delle immagini e vengono messi in onda con un audio basso e distorto, rivestono invece un interesse non solo filologico, ma anche filosofico per arrivare a comprendere dove i delinquenti pensano di arrivare.
Dobbiamo quindi cercare anche noi di fargli capire che non sarà facile sottomettere l’occidente, a meno che non si pensi proprio il contrario e si sia già rassegnati al peggio.
Certo che potremmo invocare l’aiuto di Dio, antitetico ad Allah ma anche lui assolutamente antidemocratico in quanto convinto di aver ragione solo Lui, però non so se ne avrà voglia di intervenire: potrebbe mandare un nuovo diluvio, ma pensate che faremmo un grande affare?
E mi raccomando: smettiamola di dire che esiste anche un islam che vuole andare d’accordo con noi; non è vero, é soltanto in attesa che si crolli sotto il peso della nostra opulenza o sotto il peso del nostro benessere. Esattamente come fecero i romani con i barbari.
E, di conseguenza, smettiamola di dire che non è una guerra di religione, perché proprio di questo si tratta.
E la dobbiamo combattere tutti!
Mi sembra chiaro che finché se lo possono permettere, i delinquenti – come io li definisco – tendono ad “uccidere” tutti i giorni gli ostaggi, per continuare il più possibile l’effetto terrore nei confronti dei Paesi interessati (in questo caso sulla graticola ci siamo noi e gli inglesi).
A parte la ricerca di vie segrete e conosciute dagli “007”, poco ci resta da fare per quanto attiene alle autorità; così mi sono dilettato di fare una ipotesi (che vale solo la carta su cui è scritta): e se noi e gli inglesi si cominciasse a fare atti di ritorsione nei confronti dei concittadini dei delinquenti? Dato che affermano di non temere la morte – e i kamikaze lo dimostrano – perché non li mettiamo alla prova nei nostri Paesi.
In che modo non lo so, ma vorrei che ci facessimo sentire più incazzati, che smettessimo di dire che bisogna distinguere tra islamici buoni e cattivi (non è vero!), che questa non è una “guerra di religione (lo afferma oggi anche il nostro Presidente), quando invece si tratta proprio di questo: una specifica guerra per la riconquista dei territori occidentali, abitati da “infedeli” degni soltanto di essere soppressi.
Questo discorso che ho fatto, badate bene, non è farina del mio sacco, ma è ripreso semplicemente dall’ultimo comunicato di Al Zarqawi, il quale aggiunge poi che la Svaria consente la razzia di donne infedeli per farne delle schiave.
A giustificazione religiosa viene citato il versetto cranico che afferma “catturateli, assediateli e tendete loro agguati”; questo sarebbe anche secondo alcuni commentatori del Corano, la giustificazione pratica dei rapimenti dal punto di vista del diritto islamico.
Sempre nello stesso messaggio che precede lo sgozzamento e la decapitazione dell’americano Armstrong, il delinquente n.1 Al Zarqawi afferma beatamente che l’uccidere sulla via di Allah alza il loro morale, e per questo stiamo uccidendo i cani romani in applicazione agli ordini di Allah.
Questi comunicati, che passano in secondo ordine rispetto alla forza brutale delle immagini e vengono messi in onda con un audio basso e distorto, rivestono invece un interesse non solo filologico, ma anche filosofico per arrivare a comprendere dove i delinquenti pensano di arrivare.
Dobbiamo quindi cercare anche noi di fargli capire che non sarà facile sottomettere l’occidente, a meno che non si pensi proprio il contrario e si sia già rassegnati al peggio.
Certo che potremmo invocare l’aiuto di Dio, antitetico ad Allah ma anche lui assolutamente antidemocratico in quanto convinto di aver ragione solo Lui, però non so se ne avrà voglia di intervenire: potrebbe mandare un nuovo diluvio, ma pensate che faremmo un grande affare?
E mi raccomando: smettiamola di dire che esiste anche un islam che vuole andare d’accordo con noi; non è vero, é soltanto in attesa che si crolli sotto il peso della nostra opulenza o sotto il peso del nostro benessere. Esattamente come fecero i romani con i barbari.
E, di conseguenza, smettiamola di dire che non è una guerra di religione, perché proprio di questo si tratta.
E la dobbiamo combattere tutti!