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lunedì, agosto 02, 2004

Zibaldone n.2 

Gli argomenti che hanno fatto oggetto del mio interessamento durante quest’ultimo week end a cavallo tra luglio e agosto sono principalmente tre; vediamoli in ordine di importanza.
Il primo riguarda sicuramente il ferimento mortale di LUCIANO LIBONI, che rispettando una etichetta “eroico – mascalzonesca” (non creata da lui ma dai mass media) è stato rintracciato a Roma, nei pressi del Circo Massimo, quasi ad indicare un suo status di gladiatore (novello Spartacus?).
“Non lo prenderete mai vivo”: questo slogan cominciava a campeggiare sui muri della capitale e, puntualmente, si è avverato: ma il fatto di non essere catturato dipende dalla volontà del fuggiasco oppure da quella degli inseguitori?
Si cerca adesso gli eventuali fiancheggiatori, coloro cioè che gli hanno permesso di stare alla macchia tutti questi giorni, nonostante l’imponente numero di “cacciatori” che lo inseguiva. Sembra che questo favoreggiatori debbano ricercarsi nel sottobosco dei diseredati (barboni, zingari, ecc) tra i quali il Liboni con tutti i soldi che aveva in tasca aveva buon gioco ad imporre la propria volontà.
A proposito di soldi, nelle tasche del fuggitivo sono stati rinvenuti 33.000 euro: sarebbe forse molto interessante conoscerne la provenienza.
Comunque, le parole migliori su questa vicenda sono state dette da un frate di un convento vicino a casa della madre del Liboni: da ora in poi cerchiamo di dimenticare e, per i familiari che sono ancora in vita, non facciamoli sentire in colpa.
L’unica nota che mi è sembrata stonata: il bambino del carabiniere ucciso dal Liboni che viene presentato dai giornali come “esultante”; mi sembra un aggettivo quanto mai stupido di fronte alla morte di un uomo.
Aspettiamoci ora numerosi servizi dallo Sri Lanka dove sembra esserci l’ultima moglie del Liboni (sposata come “Franchetti”), la quale – ripeto sembra – aspettare un bambino dell’ucciso.
Il secondo evento è la consegna da parte dell’Avv. TAORMINA della famosa denuncia con il nome del “suo” assassino del piccolo Samuele.
La denuncia è stata recapitata al Procuratore di Torino, Caselli, l’unico del quale l’avvocato si fida per il proseguo delle indagini.
Ovviamente niente è trapelato, ma sono certo che non passerà molto tempo che il signore indicato da Taormina si troverà i giornalisti fuori della porta a tempestarlo di domande sul celebre delitto.
Terzo evento, è per me la diatriba che accomuna PIPPO BAUDO e la RAI: il celebre presentatore si è lamentato perché dopo 47 anni di onorata attività, viene ora messo un po’ in disparte dall’Azienda.
Ma proprio in questi giorni è passato il decreto sulle pensioni: occorrono 40 anni di contributi o 60 anni di età. Mi sembra che Pippo rientri in entrambi i casi, e molto abbondantemente, quindi si tratta di un evento che il celebre catanese dovrebbe saper ricondurre ad una normale situazione di quiescenza, motivata da esplicita senilità.
Insomma, Pippo, voler continuare a imperversare sui teleschermi è proprio contro natura e quindi la mia preghiera è : per favore abbozzala!

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