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venerdì, agosto 20, 2004

Ma le auto sono armi improprie? 

Vorrei soffermarmi su un aspetto della vita contemporanea che, a mio avviso, contiene una serie di incongruenze.
E mi spiego. Facciamo prima l’esempio delle armi (pistole, fucili, ecc.): per possedere e, ancor di più, per usare tali strumenti sono necessarie tutta una serie di autorizzazioni da parte di istituzioni statali. Inoltre, l’uso – fatte salve alcune categorie di persone – è riservato ad appositi ambienti (poligoni e strutture similari), dove lo strumento viene usato in totale sicurezza per se e per le terze persone.
Le cautele predisposte per l’uso di tali armi derivano direttamente dalla loro pericolosità e quindi ne sono direttamente proporzionali; mi spiego meglio: le precauzioni per l’uso di pistole e revolver sono minori di quelle per fucili e mitragliatori, ovviamente.
Questo grosso modo e detto in soldoni il capitolo armi.
Passiamo adesso alle auto. Esse escono dalla fabbrica con motori che il più piccolo sviluppa una velocità già superiore al limite di velocità fissato dal Ministero competente.
Anzi, dobbiamo aggiungere che uno dei "plus" pubblicitari per le auto di una certa categoria è senza dubbio la grande velocità che riescono a sviluppare. Insomma, tali auto vengono acquistate "anche" per andare ai 200 e più Kmh, fregandosene se il limite massimo consentito è quello di 130 Kmh.
E allora mi chiedo: ma perché lo Stato (non solo il nostro ovviamente) autorizza la costruzione e la commercializzazione di auto che hanno tra i loro requisiti uno che è tassativamente vietato dalle norme.
Sarebbe come se venisse autorizzata la vendita di cannoni anticarro, che pure sono in chiaro contrasto con la normativa vigente.
Quindi mi sembra che possiamo rilevare e sottolineare la prima incongruenza, ma al tempo stesso si resta turbati dal fenomeno.
Perché, mi sono sempre domandato, la gente compra delle auto che sviluppano una velocità di gran lunga superiore a quella consentita? Dove vanno a raggiungere tale velocità, in quali strade?
Possiamo quindi registrare quanto segue: per le armi lo Stato è rigidissimo, mentre per le automobili è fortemente lassista. E badate bene che se facciamo i paragoni tra i morti di un week end in tutto il mondo e quelli registrati nei vari teatri di guerra nell’intera settimana, scopriamo che le auto "uccidono" molto di più delle armi che sono deputate esplicitamente a farlo.
Ed eccoci allora a discutere del perché le auto "uccidono": lo Stato si è reso conto della loro pericolosità ed infatti ha messo il limite di velocità (da noi 130 Kmh) ma non ha avuto la forza o la sapienza di fare questo discorsetto ai vari costruttori: "fai pure auto belle e spaziose, riempile di tutti i vari aggeggi che fanno felice il cliente, ma per quanto riguarda la velocità massima sviluppata, ti consento di superate il limite fissato di solo il 10% e quindi di raggiungere al massimo i 143 Kmh, indipendentemente dalla potenza del tuo motore; se superano tale limite non concederò l’autorizzazione all’immatricolazione ".
Come pensate che sarebbe accolto un discorso del genere, sia dalle case costruttrici che dagli utenti? Io credo bene, e credo soprattutto che con questa forma di limitazione potremmo risparmiare diverse vite umane, facendo a meno dei vari marchingegni studiati dallo Stato per raggiungere lo stesso scopo, tipo "la patente a punti".
Comunque ne riparliamo al più presto cercando di ampliare il discorso al rapporto tra velocità e incidenti.

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