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mercoledì, agosto 04, 2004

Ancora sui diritti TV per il calcio 

Dopo l’esternazione di Ciampi sul Calcio e sui soldi che si incassano dalle TV (vedi post del 20.7.2004), molte cose sono accadute in quel tormentato mondo, dal fallimento decretato per il Napoli, alla non iscrizione ai vari campionati di varie squadre tra le quali ricordo, oltre ai partenopei, l’Ancona e il Cosenza.
Inoltre, il digitale terrestre ha fatto la sua comparsa e promette di riversare un altro bel mucchio di milioni (di Euro) ad alcune squadre e questo incrementa la polemica: “perché loro e non altre?”
A paladino delle “altre” sembra autonominarsi il patron della Fiorentina, Della Valle, il quale non mi sembra in possesso di una carriera così immacolata (nel calcio) da potersi ergere a campione di un rassemblement composto da falliti, ex falliti, sull’orlo di fallire e, infine, da qualche persona perbene. Ora dicevo, Della Valle è entrato nel mondo del calcio sospinto non certo da passione sportiva ma da amore per il business, in particolare quello che permette di decuplicare l’investimento in pochi anni, così come gli è stato concesso (da manovre anche politiche) nell’operazione salvataggio della Fiorentina dopo il baratro nel quale era stata gettata.
Orbene, il Della Valle auspica che i diritti provenienti dalle TV vengano suddivisi con un piano di riparto costruito dalle stesse squadre (tutte) che vorrebbero guadagnare in modo quasi uguale per ciascuno.
Questo mi ricorda una celebre battuta: “quel che è mio rimane a me e quel che è tuo si divide!”
Torniamo un momento a Ciampi: il discorso del Presidente faceva leva su un altro concetto: i diritti televisivi drogano il calcio perché vengono considerati da quasi tutti come una specie di sopravvenienza attiva e quindi come denaro nuovo da spendere o meglio da gettare dalla finestra.
Leggo di una squadra – della quale non faccio il nome – che dopo aver raggiunto la iscrizione al Campionato con molta fatica, dichiara che dopo aver acquistato il calciatore “Tizio”, sta aspettando la definizione dei diritti sul digitale terrestre per acquistare l’altro giocatore “Caio”.
Questi sono i presupposti per una più equa suddivisione dei diritti TV?
Sembra che i presidenti delle squadre di calcio non vogliano rendersi conto che questa forma di diritti è direttamente proporzionale alle successive vendite che i vari gestori (SKY, Mediaset, RAI, La7) saranno in grado di realizzare nei confronti del mondo dei tifosi.
Pertanto, poiché i tifosi della Juve sono maggiori di quelli del Messina, è ovvio che il detentore dei diritti offrirà 10 alla Juve e 2 al Messina; e questo per tutte le squadre di Serie A e B; se questo è chiaro possiamo procedere.
Il mondo del calcio – bellissimo nella sua attività sportiva – è diventato sporco e maleolente in quello dei soldi; abbandonata la passione i presidenti sono diventati degli affaristi senza scrupoli e senza cervello; gli entourage dei dirigenti calcistici è formato da individui loschi e desiderosi di arricchirsi in breve tempo; i giocatori vengono manovrati dai loro procuratori e sono come dei burattini nelle loro avide mani.
Questo è il mondo; questo è ciò che accade.
Aspettiamo la prossima mossa, tanto da qui all’inizio del campionato ne devono succedere di belle!


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