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lunedì, luglio 19, 2004

Cosa possiamo aspettarci? 

Dopo la chiusura della famosa “verifica”, dobbiamo chiederci cosa dobbiamo aspettarci dal  prossimo futuro, o meglio: cosa ci stanno preparando?
Anzitutto una premessa: tutto era scoppiato per un duplice ordine di motivi. Da una parte il desiderio di A.N. di far fuori Tremonti (operazione riuscita), dall’altra la necessità di Follini (U.D.C.) di accontentare i “signori delle tessere”, in particolare il siciliano Lombardi, e trovare loro un posto al governo che avrebbe dovuto scappare fuori dallo “spacchettamento” del Ministero dell’Economia in due o tre dicasteri e anche da un rimpasto più generale dell’intera compagine governativa.
La sostituzione di Tremonti con il suo clone Siniscalchi ha vanificato tutta questa operazione che possiamo definire di presa di maggiore potere messa in piedi da ex DC con metodi tipici della ex DC.
E adesso, appunto, cosa succederà?
I motivi di frizione tra le varie componenti del governo non mancano e sono iniziate subito le prime azioni di disturbo: Bossi abbandona il governo e sceglie il Parlamento Europeo; è necessario quindi sostituirlo (con un altro leghista?) al Ministero per le Riforme.
Nell’aula di Montecitorio approda la riforma delle pensioni e la Lega minaccia di non votarla se non dopo una precisa assicurazione circa la legge sul federalismo del prossimo autunno.
E’ evidente che, a questo punto del gioco, nessuno si fida più degli altri e quindi è tutto un rincorrersi di ultimatum, di ripicche, di cattiverie (anche gratuite) volte a danneggiare – anziché l’avversario – proprio l’alleato nel quale ormai viene identificato un potenziale nemico da combattere.
Di tutte queste problematiche, alcune anche sotterranee, la gente comune non riesce a capacitarsi: ma come, ci chiediamo, si imbastisce un gran casino per buttare fuori Tremonti e la conclusione dell’operazione vede al suo posto un suo clone, presentato in Parlamento come continuatore della precedente politica economica; potremmo dire che si continua il “tremontismo” senza Tremonti. E dove è la logica che dovrebbe capire la gente?
La gente che non arriva alla fine del mese, che vede tante cose che non vanno, che aveva riposto tante speranze di modifiche in questo governo, si ritrova invece a sguazzare nella consueta palude del politichese più vieto, al quale viene imputato il malgoverno, l’aumento del debito pubblico, il disavanzo senza freno, ecc.
E allora?
Allora credo che non sia una bestemmia se questo governo – constatata l’impossibilità di realizzare per intero il programma iniziale – torni alle urne e chieda ai suoi elettori da chi e in che modo vuole essere governato.
In concreto, una tornata elettorale in autunno o, al massimo, in primavera porrebbe tutti i partiti su basi operative diverse: anzitutto dovrebbero conquistare il favore della gente e subito dopo avrebbero da costruire un programma di alto spessore con un leader credibile.
Ma soprattutto dovrebbero cercare di capire per quale motivo una compagine governativa con oltre 100 deputati di vantaggio non riesce ad andare avanti.
A Napoli dicono che “’u pisce puzza da’a capa”; che sia vero?   
 

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