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lunedì, luglio 05, 2004

Chiediamo solo un po' di chiarezza 

Siamo all’ennesima situazione di crisi tra i partiti che compongono l’attuale maggioranza e, questa volta si è arrivati alle dimissioni del Superministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
A quanto si vocifera, nella notte tra venerdì e sabato ci sarebbe stata una feroce litigata tra Fini e Tremonti, con il primo che accusava il secondo di aver truccato i conti ed altre amenità del genere.
A conclusione di tutto questo casino, il Superministro “è stato invitato a dimettersi” direttamente dal premier che – per iscritto – gli ha detto che la sua presenza metteva a rischio la continuazione del governo: tutto questo perché Fini avrebbe messo Berlusconi alle strette: o fuori lui o fuori noi.
Di tutto quanto sopra esposto, ci sono tracce, più o meno larvate, sui quotidiani con l’ovvia aggiunta dell’interpretazione “di parte”; ed allora, mi domando, come può fare il cittadino comune a sapere come è effettivamente andata?
Mi si risponde: legga tre o quattro giornali di orientamento diverso e, così facendo, potrà avere un denominatore comune di quello che è accaduto.
A parte che tre o quattro quotidiani costano; a parte che per fare ciò è indispensabile avere del tempo libero da dedicare alla lettura; a parte che una forma così massiccia di “comunicazioni contrabbandate da informazioni” non fanno altro che produrre una autentica implosione nel comune apprendimento, il cui risultato è simile a quello di una assenza di informazioni; a parte tutto ciò, sarebbe proprio molto difficile che – in forma piana, liscia, accessibile a tutti – i quotidiani abbandonassero la tristo moda del “pastone politico” e facessero invece una vera e propria ricostruzione di ciò che è avvenuto; le informazioni dovrebbero essere assunte direttamente alla fonte (cioè da Fini e da Tremonti) e se viene scritto qualcosa che non corrisponde alla verità, i sullodati signori dovrebbero adire le vie legali e chiedere dei miliardi di indennizzo ai giornali mendaci.
Perché le cose stanno nel solito modo di sempre; se io vengo accusato di taroccare i conti che presento, i casi sono due: se è vero abbozzo e cerco di scomparire il più lontano possibile, ma se è falso, inseguo colui che l’ha detto fino in capo al mondo e, dopo un bel ceffone, gli faccio pervenire una bella querela per diffamazione.
Perché non avviene così? Perché Fini non si presenta davanti alle telecamere e racconta dove ha sbagliato Tremonti, quali sono i conti taroccati e via discorrendo? Ed allo stesso modo Tremonti non racconta la “sua verità” sulle dimissioni che gli hanno costretto a dare?
Un giornalista parlamentare ha detto una volta che il politico che prende di punta una situazione “non è un buon politico”, perché deve sempre tenersi le mani abbastanza libere, mai accusare fino in fondo (pubblicamente) un collega politico dato che non può assolutamente sapere con chi sarà alleato nella prossima legislatura: della serie “teniamoci pronti a tutto!”
Questo mi convince abbastanza, anche se mi rimane scoperto il concetto di “IDEALI”; forse è stata abolita, per decreto, addirittura la parola, lo stesso concetto ed io non me ne sono accorto; teniamoci aggiornati, altrimenti facciamo queste magre figure.


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