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martedì, luglio 20, 2004

Anche Ciampi mette bocca nel calcio 

Mancava l’esimio Presidente della Repubblica, poi possiamo dire che tutti, ma proprio tutti si sono espressi sulle tematiche che riguardano il calcio (forse manca il Papa, ma non sono certo).
Cosa ha detto l’illustre livornese? Semplice, quello che si sente dire in tutti i Bar Sport d’Italia e cioè che il calcio è stato rovinato dai troppi miliardi che gli ruotano attorno (sponsorizzazioni, diritti TV, merchandising, ecc).
Fin qui non ci sarebbe niente di strano, se non forse il fatto che gli attuali “Capi del Calcio” (Carraro, Galliani e Petrucci) hanno plaudito alle parole del Presidente, ed allora sorge spontanea la domanda: ma Voi che siete al timone da tanti (forse troppi) anni, dove eravate quando si cambiavano i sistemi finanziari del calcio professionistico? Forse eravate in ferie in luoghi irraggiungibili dal cellulare e quindi non siete potuti intervenire?
L’avvento dei miliardi al posto delle centinaia di milioni, risale ad una ventina di anni fa, grosso modo all’ingresso di Berlusconi nel mondo del calcio.
Ha fatto bene ai signori giocatori questo aumento degli ingaggi oppure no?
Per rispondere basta guardare due situazioni: Totti e Antognoni, il primo della nuova era calcistica sguazza nei miliardi (magari sputando nel piatto dove mangia), il secondo – della vecchia guardia – tira avanti con una certa difficoltà. Queste sono le differenze, traiamo ognuno di noi le considerazioni del caso.
Torniamo al discorso di Ciampi; il Presidente non ha stigmatizzato in assoluto l’avvento dei diritti televisivi, ha soltanto detto che i presidenti dei club che si sono ritrovati a gestire questa “nuova” forma di ricchezza, non l’hanno saputo fare con un minimo di oculatezza ma hanno sperperato tutti questi denari in maniera tale da ritrovarsi – una buona parte di loro – sul lastrico e a battere cassa al governo per avere come minimo delle facilitazioni di pagamento per le tasse.
Anche qui grandi applausi sia da destra che da sinistra ma nessuno che si è domandato come sia potuto accadere tutto ciò; posso dire anch’io la sciocchezza di turno? Ebbene, per il mio pensare, tutto ha inizio con lo sciagurato provvedimento che obbliga le società calcistiche a divenire società di capitali aventi scopo di lucro (tant’è vero che alcune si sono anche quotate in Borsa). Questa nuova forma di regolamentazione amministrativa messa in mano a vecchi presidenti che erano da sempre abituati a ragionare con lo stomaco e non con la testa, ha innescato tutta una serie di problematiche che ancora restano da essere risolte la prima delle quali è il rapporto tra la Federazione e la compagine dei soci.
Certo che dobbiamo condannare l’eccesso di denaro sperperato su giocatori mediocri e non produttivi (come si è visto al recente Europeo), ma dobbiamo soprattutto combattere le sciocchezze che alcuni divi del pallone osano affermare, tipo che “si gioca troppo”, oppure che “le TV e i giornali sono invadenti” ed altre amenità del genere; a queste assurde affermazioni dobbiamo controbattere con il detto che “non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca”: ecco i nostri superpagati eroi vorrebbero essere retribuiti come splendidi professionisti e condurre un tipo di vita da spensierati dilettanti del gioco del calcio. Comodo vero??

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