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martedì, giugno 15, 2004

Povera Inter e povera benzina 

Direte: ma che c’entra accostare l’Inter alla benzina? C’entra, c’entra e ora vi spiego perché.
Debbo premettere che sono interista da molto tempo, diciamo dai tempi di Herrera e del padre dell’attuale presidente; quell’Inter vinse tutto, trovò modo di divertire ma anche di passare su tutti i campi d’Europa da trionfatrice.
Però sono anche un utilizzatore di automobile e quindi un cliente dei benzinai: in questa seconda veste ho di mira il presidente della SARA, una delle maggiori (la maggiore?) aziende che si occupano di compra vendita di petrolio e che è di proprietà di Moratti..
Allora, torniamo all’Inter: per togliersi un “capriccio” da padrone della società, è stato ingaggiato un nuovo allenatore, Mancini dalla Lazio, ma si è dovuto sistemare l’attuale trainer, Zaccheroni, del quale si era fatto garante l’attuale presidente-fantoccio, Giacinto Facchetti che aveva speso delle parole forti con la stampa.
Quest’ultimo aveva addirittura minacciato le proprie dimissioni se la società (o meglio il padrone) avesse licenziato Zac. E avrebbe lasciato un bel posto, moca roba da poco!
Come fare per salvare capra (immagine di Facchetti) e cavoli (assunzione di Mancini)? Semplice, basta chiedere a Zaccheroni di “dimettersi”, accompagnando tale richiesta con un congruo assegno di qualche milione di euro.
Il bravo Zac capisce che non si può stare in Paradiso a dispetto dei Santi e quindi si fionda a firmare una bella lettera di dimissioni e, contestualmente, mette all’incasso il citato assegno, ben lieto di togliersi da questa gabbia di matti.
Non conosco ancora le reazioni di Facchetti, ma si può prevedere che di fronte ad una lettera di dimissioni…..
Va bene, direte, ma questa è una delle solite “follie” del calcio; che c’entra la benzina della mia automobile?
Ripeto, c’entra, perché mi costringe a fare un curioso parallelismo tra il padrone dell’Inter e il petroliere: ma pensate un po’ se anche nella sua azienda petrolifera il prode Moratti si comporta in questo modo; l’aumento della benzina non deriva quindi dalla crisi irakena o kuwaitiana, ma da qualche uscita estemporanea tipo quella che ha posto in essere all’Inter e che carica il budget aziendale in maniera molto sensibile magari con tre direttori generali e due amministratori a libro paga e cose del genere; tanto paghiamo noi, basta aumentare la benzina.
Da notare, a margine di tutta questa vicenda, che l’Inter continua (e continuerà fino al 30.6.2005) a corrispondere al vecchio allenatore, l’argentino Cuper, cinque milioni di euro (dieci miliardi delle vecchie lire).
Se non è pazzia è sicuramente demenza senile; prego qualcuno di dirmi quale delle due ipotesi è la più veritiera!

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