domenica, giugno 20, 2004
Europa (non calcistica)!
Come ho avuto modo di dire in occasione dei commenti sui risultati elettorali, la disaffezione dei cittadini europei discende da precise circostanze; nel summit di questi giorni si sono visti quasi tutti i problemi tra burocrazia e popolazione.
La prima circostanza è la scelta del nuovo Commissario europeo al posto di Romano Prodi il cui mandato scadrà a ottobre ma ne deve essere scelto il successore entro luglio.
Tale scelta – lungi dal riguardare il popolo – è riservata ai capi di governo dei paesi aderenti all’unione.
Ebbene, non sono riusciti a trovare un accordo, i veti incrociati hanno bloccato ogni possibilità di accordo, con schieramenti formati da Francia e Germania da una parte e Inghilterra, Italia e Polonia dall’altra a fronteggiarsi (c’è ancora ruggine per la guerra in Irak).
I candidati di questi due schieramenti hanno ricevuto ciascuno il veto dell’altro schieramento e quindi siamo in un completo impasse: ovviamente questi discorsi la gente comune non li può capire e, anche se avesse voglia di sforzarsi, capirebbe che l’Europa è un organismo che passa al di sopra delle teste dei suoi abitanti, quindi meglio occuparsi d’altro; ne riparleremo comunque tra una ventina di giorni.
La seconda circostanza è l’approvazione della Costituzione Europea, alla quale ha lavorato una pletorica commissione presieduta da Giscard D’Estaigne.
Anche qui nessun accordo, ma in compenso – non avendo la difficoltà di indicare un solo nome e forse “vergognandosi” di non aver ancora deciso niente – si è trovato un accordo, per così dire, al ribasso (quello cioè che era stato chiesto al precedente presidente, Berlusconi, di non accettare).
In questo accordo è stata praticamente istituzionalizzata la votazione “per importanza e per numero di abitanti” e la possibilità di porre il veto su una lunghissima schiera di problemi. Peggio di così era difficile fare; in pratica siamo indirizzati verso un’Europa delle singole patrie, senza nessuna unione (ad esclusione di quella economica che fa comodo ai grandi gruppi finanziari del continente).
Nella circostanza è stata bocciata anche l’immissione nella Costituzione del principio informatore che avrebbe voluto richiamare i “valori cristiani” che stanno alla base della nascita dell’Europa. Il primo ad esserne contrario è stato Chirac che ha definito “retrograda” tale allocuzione.
C’è da scommettere che la Oriana Fallaci avrà da sbraitare contro i governanti francesi, accusandoli di aver venduto la cristianità europea all’islam in cambio di una apparente tranquillità dagli attentati. Li chiamerà “bastardi venduti” e stigmatizzerà l’abdicazione dei francesi ad una lotta che – dice lei – ormai è nelle cose.
Non sarà così, ma certo che il sospetto è legittimo, specie se si considera che molti danno per certo il tentativo dell’islam di conquistare l’occidente, partendo proprio dall’Europa.
Ora i parlamenti dei 25 paesi dovranno approvare tale Costituzione; è facile prevedere delle sorprese e molte polemiche.
Comunque, per concludere, i pasticci sono stati molti e abbondanti, proprio quello che ci voleva per coltivare la disaffezione della gente alla nascita dell’Europa Unita.
La prima circostanza è la scelta del nuovo Commissario europeo al posto di Romano Prodi il cui mandato scadrà a ottobre ma ne deve essere scelto il successore entro luglio.
Tale scelta – lungi dal riguardare il popolo – è riservata ai capi di governo dei paesi aderenti all’unione.
Ebbene, non sono riusciti a trovare un accordo, i veti incrociati hanno bloccato ogni possibilità di accordo, con schieramenti formati da Francia e Germania da una parte e Inghilterra, Italia e Polonia dall’altra a fronteggiarsi (c’è ancora ruggine per la guerra in Irak).
I candidati di questi due schieramenti hanno ricevuto ciascuno il veto dell’altro schieramento e quindi siamo in un completo impasse: ovviamente questi discorsi la gente comune non li può capire e, anche se avesse voglia di sforzarsi, capirebbe che l’Europa è un organismo che passa al di sopra delle teste dei suoi abitanti, quindi meglio occuparsi d’altro; ne riparleremo comunque tra una ventina di giorni.
La seconda circostanza è l’approvazione della Costituzione Europea, alla quale ha lavorato una pletorica commissione presieduta da Giscard D’Estaigne.
Anche qui nessun accordo, ma in compenso – non avendo la difficoltà di indicare un solo nome e forse “vergognandosi” di non aver ancora deciso niente – si è trovato un accordo, per così dire, al ribasso (quello cioè che era stato chiesto al precedente presidente, Berlusconi, di non accettare).
In questo accordo è stata praticamente istituzionalizzata la votazione “per importanza e per numero di abitanti” e la possibilità di porre il veto su una lunghissima schiera di problemi. Peggio di così era difficile fare; in pratica siamo indirizzati verso un’Europa delle singole patrie, senza nessuna unione (ad esclusione di quella economica che fa comodo ai grandi gruppi finanziari del continente).
Nella circostanza è stata bocciata anche l’immissione nella Costituzione del principio informatore che avrebbe voluto richiamare i “valori cristiani” che stanno alla base della nascita dell’Europa. Il primo ad esserne contrario è stato Chirac che ha definito “retrograda” tale allocuzione.
C’è da scommettere che la Oriana Fallaci avrà da sbraitare contro i governanti francesi, accusandoli di aver venduto la cristianità europea all’islam in cambio di una apparente tranquillità dagli attentati. Li chiamerà “bastardi venduti” e stigmatizzerà l’abdicazione dei francesi ad una lotta che – dice lei – ormai è nelle cose.
Non sarà così, ma certo che il sospetto è legittimo, specie se si considera che molti danno per certo il tentativo dell’islam di conquistare l’occidente, partendo proprio dall’Europa.
Ora i parlamenti dei 25 paesi dovranno approvare tale Costituzione; è facile prevedere delle sorprese e molte polemiche.
Comunque, per concludere, i pasticci sono stati molti e abbondanti, proprio quello che ci voleva per coltivare la disaffezione della gente alla nascita dell’Europa Unita.