giovedì, giugno 03, 2004
E domani arriva Bush!
E così, dopo la paventata “prova generale” in occasione della Festa della Repubblica con relativa sfilata militare, siamo arrivati al clou: domani arriva Bush per commemorare la liberazione di Roma dal giogo nazifascista.
E allora, direte voi? Come, allora; è chiaro che le varie sigle (“no global” “disobbedienti”, ecc.) sono mobilitate per manifestare – anche in forma violenta (l’hanno dichiarato loro) – contro l’invasore dell’Irak.
Facciamo un po’ di chiarezza, anche se temo sarà inutile, perché non c’è peggior sordo di chi non vuol capire; dunque il signor Bush domani arriva in Italia non in qualità di “attuale- presidente-americano-invasore-dell’Irak-insieme-ai-leccapiedi-Blair-e-Berlusconi”, ma come rappresentante di quel paese che sessant’anni fa inviò le proprie truppe per liberare l’Europa dalla coppia Hitler-Mussolini.
E vale la pena ricordare che in quell’occasione si contarono a centinaia di migliaia i giovani americani che lasciarono la loro vita in questa battaglia che si è conclusa con la vittoria delle democrazie e la sconfitta delle dittature (ci rimase quella di Stalin, ma insomma…).
Mi sorge spontaneo un paradosso: i nostri manifestanti, sono contro il rappresentante di quel paese che gli ha consentito, con il suo immenso sacrificio in vite umane, di poter manifestare liberamente contro di lui.
Non vi sembri strano il paradosso di manifestare contro “colui che mi ha consentito di poter manifestare” trova il paio con l’affermazione di Voltaire (mi pare!) che dice: non sono d’accordo con te ma sono pronto a morire perché tu possa manifestare liberamente la tua opinione. Questa è la democrazia, quello cioè che mancava fino a quando i soldati americani non sono venuti a ripristinarla.
Perché sia chiara una cosa: se non arrivavano loro, si avrebbero avuti ancora i nipotini di Hitler e Mussolini al potere in Germania e Italia e allora di manifestazione non si sarebbe neppure parlato.
Oppure i sinistrorsi “duri e puri” oppure ”senza se e senza ma”, pensano seriamente che i nostri eroici partigiani ce l’avrebbero fatta a liberare l’Italia? E la Germania?
Non facciamo ridere i polli e quindi ringraziamo che qualcuno si è sacrificato per noi; ma forse l’ha fatto per il petrolio in Val Padana!!
Quindi voglio dire: liberi di manifestare contro Bush “attuale presidente/invasore”, (anzi,ditemi dove che vengo anch’io) ma scegliamo un’altra occasione, più neutra e più attuale; lasciamo stare le rievocazioni, i ricordi dei morti, quella è roba per gli storici e – chi studia un po’ di storia – sa che fu opera di grande sacrificio delle forze occidentali.
E in questo caso l’arrivo di Bush coincide proprio con una rievocazione e non con una neutra visita di stato; quindi pensiamoci e riflettiamo su questa circostanza prima di scatenarsi.
E allora, direte voi? Come, allora; è chiaro che le varie sigle (“no global” “disobbedienti”, ecc.) sono mobilitate per manifestare – anche in forma violenta (l’hanno dichiarato loro) – contro l’invasore dell’Irak.
Facciamo un po’ di chiarezza, anche se temo sarà inutile, perché non c’è peggior sordo di chi non vuol capire; dunque il signor Bush domani arriva in Italia non in qualità di “attuale- presidente-americano-invasore-dell’Irak-insieme-ai-leccapiedi-Blair-e-Berlusconi”, ma come rappresentante di quel paese che sessant’anni fa inviò le proprie truppe per liberare l’Europa dalla coppia Hitler-Mussolini.
E vale la pena ricordare che in quell’occasione si contarono a centinaia di migliaia i giovani americani che lasciarono la loro vita in questa battaglia che si è conclusa con la vittoria delle democrazie e la sconfitta delle dittature (ci rimase quella di Stalin, ma insomma…).
Mi sorge spontaneo un paradosso: i nostri manifestanti, sono contro il rappresentante di quel paese che gli ha consentito, con il suo immenso sacrificio in vite umane, di poter manifestare liberamente contro di lui.
Non vi sembri strano il paradosso di manifestare contro “colui che mi ha consentito di poter manifestare” trova il paio con l’affermazione di Voltaire (mi pare!) che dice: non sono d’accordo con te ma sono pronto a morire perché tu possa manifestare liberamente la tua opinione. Questa è la democrazia, quello cioè che mancava fino a quando i soldati americani non sono venuti a ripristinarla.
Perché sia chiara una cosa: se non arrivavano loro, si avrebbero avuti ancora i nipotini di Hitler e Mussolini al potere in Germania e Italia e allora di manifestazione non si sarebbe neppure parlato.
Oppure i sinistrorsi “duri e puri” oppure ”senza se e senza ma”, pensano seriamente che i nostri eroici partigiani ce l’avrebbero fatta a liberare l’Italia? E la Germania?
Non facciamo ridere i polli e quindi ringraziamo che qualcuno si è sacrificato per noi; ma forse l’ha fatto per il petrolio in Val Padana!!
Quindi voglio dire: liberi di manifestare contro Bush “attuale presidente/invasore”, (anzi,ditemi dove che vengo anch’io) ma scegliamo un’altra occasione, più neutra e più attuale; lasciamo stare le rievocazioni, i ricordi dei morti, quella è roba per gli storici e – chi studia un po’ di storia – sa che fu opera di grande sacrificio delle forze occidentali.
E in questo caso l’arrivo di Bush coincide proprio con una rievocazione e non con una neutra visita di stato; quindi pensiamoci e riflettiamo su questa circostanza prima di scatenarsi.