lunedì, giugno 07, 2004
E Bush è ripartito
Dopo la visita in Italia e quella in Francia (precisamente in Normandia sede del celebre sbarco), Bush ha preso le sue carabattole e se ne è tornato in America.
Proviamo a fare un bilancio di questa sua visita.
In Italia, dopo la severa romanzina del Papa sulle torture (ma ne è valsa la pena per conquistare l’elettorato cattolico), ci sono state anche sporadiche manifestazioni di dissenso (che Bush non ha visto; auguriamoci che non gliele abbiano raccontate) la cui punta emergente è stato lo slogan “10-100-1000 Nassirya” allusivo sui morti tra le truppe italiane, slogan lanciato da una banda di crediti “capitanati da quel cretino di Casarini” (anche questo è uno slogan! d’accordo?).
Feriti non ce ne sono stati, danni a cose e persone neppure, quindi possiamo dire che tutto è andato nel migliore dei modi, se facciamo finta di non aver visto l’agghiacciante scritta dei “cretini di Casarini”. Direi che ci possiamo contentare, specie se abbiamo presente i vari siti Internet dei disobbedienti che minacciavano fuoco e fiamme.
Dall’Italia Bush è passato in Francia, accolto dal “nemico” Chirac che, però, non gli aveva promesso nessuna manifestazione di dissenso, anzi, tutte gli slogan sono stati all’insegna dei ringraziamenti per le truppe americane che sono andate a liberare Parigi.
E qui facciamo un breve inciso: alla testa delle truppe che hanno liberato Parigi c’era un generale francese (il braccio destro di De Gaulle), ma tutti – popolo, governo e contado – sono ben consci che con “l’esercito di De Grulle” e con i partigiani, i tedeschi sarebbero ancora gli occupanti della Francia e quindi si sentono in dovere di ringraziare gli americani.
Devo dire che i francesi – per molte parti odiosi quanto mai – in questa circostanza hanno mostrato di aver capito chi doveva essere ringraziato e quindi lo hanno fatto con il calore che li contraddistingue e dopo aver messo da parte tutta quella “grandeur“ che fu il grande bluff di De Grulle.
Durante la breve visita di Bush in Francia è stata messa a punto anche la risoluzione ONU sull’Irak che finora ha sempre ricevuto il “niet” di Francia, Germania e Russia; Chirac ha già ammainato la bandiera dell’opposizione (le difficoltà economiche del paese glielo impongono: per la serie “bambole non c’è una lira”) e Germania e Russia, che versano nelle medesime difficoltà, si stanno allineando a passo di carica.
Dove si vede che ogni idealismo ha il puzzo della carta moneta e basta!
Nel rientrare in America Bush è appena in tempo per partecipare ai funerali di Ronald Reagan, altro personaggio discusso quanto mai, ma altrettanto grande nella sua azione.
Ma di lui ne riparleremo a funerale avvenuto.
Proviamo a fare un bilancio di questa sua visita.
In Italia, dopo la severa romanzina del Papa sulle torture (ma ne è valsa la pena per conquistare l’elettorato cattolico), ci sono state anche sporadiche manifestazioni di dissenso (che Bush non ha visto; auguriamoci che non gliele abbiano raccontate) la cui punta emergente è stato lo slogan “10-100-1000 Nassirya” allusivo sui morti tra le truppe italiane, slogan lanciato da una banda di crediti “capitanati da quel cretino di Casarini” (anche questo è uno slogan! d’accordo?).
Feriti non ce ne sono stati, danni a cose e persone neppure, quindi possiamo dire che tutto è andato nel migliore dei modi, se facciamo finta di non aver visto l’agghiacciante scritta dei “cretini di Casarini”. Direi che ci possiamo contentare, specie se abbiamo presente i vari siti Internet dei disobbedienti che minacciavano fuoco e fiamme.
Dall’Italia Bush è passato in Francia, accolto dal “nemico” Chirac che, però, non gli aveva promesso nessuna manifestazione di dissenso, anzi, tutte gli slogan sono stati all’insegna dei ringraziamenti per le truppe americane che sono andate a liberare Parigi.
E qui facciamo un breve inciso: alla testa delle truppe che hanno liberato Parigi c’era un generale francese (il braccio destro di De Gaulle), ma tutti – popolo, governo e contado – sono ben consci che con “l’esercito di De Grulle” e con i partigiani, i tedeschi sarebbero ancora gli occupanti della Francia e quindi si sentono in dovere di ringraziare gli americani.
Devo dire che i francesi – per molte parti odiosi quanto mai – in questa circostanza hanno mostrato di aver capito chi doveva essere ringraziato e quindi lo hanno fatto con il calore che li contraddistingue e dopo aver messo da parte tutta quella “grandeur“ che fu il grande bluff di De Grulle.
Durante la breve visita di Bush in Francia è stata messa a punto anche la risoluzione ONU sull’Irak che finora ha sempre ricevuto il “niet” di Francia, Germania e Russia; Chirac ha già ammainato la bandiera dell’opposizione (le difficoltà economiche del paese glielo impongono: per la serie “bambole non c’è una lira”) e Germania e Russia, che versano nelle medesime difficoltà, si stanno allineando a passo di carica.
Dove si vede che ogni idealismo ha il puzzo della carta moneta e basta!
Nel rientrare in America Bush è appena in tempo per partecipare ai funerali di Ronald Reagan, altro personaggio discusso quanto mai, ma altrettanto grande nella sua azione.
Ma di lui ne riparleremo a funerale avvenuto.