domenica, giugno 27, 2004
Ancora Europa (calcistica)!
Scusate il ritardo con cui affronto il “dramma” tutto nostrano dell’eliminazione dal Campionato Europeo; altre cose – per me più importanti – hanno preso il posto del tifo sportivo e così eccoci a quasi cinque giorni di distanza dal ferale evento senza avere ancora accennato niente in merito.
Allora cominciamo subito: le vesti stracciate di tutti i commentatori e giornalisti italiani si sono sprecate; il fatidico “io l’avevo detto” è risuonato sinistro più di una volta; il C.T. della nazionale, Trapattoni, è stato considerato da tutti come il responsabile unico della nostra figuraccia e così – sull’altare del volere della pubblica opinione – è stato esonerato e sostituito da un altro, Lippi, ex Juventus; da notare che i vertici della nostra Federazione sono rimasti tutti al loro, invidiatissimo, posto dopo aver scaricato tutte le colpe sul povero Trapattoni (povero si fa per dire, visto che sembra abbia avuto una buonuscita di un certo rilievo).
Tra i tanti commenti più o meno esagitati dei tanti tecnici e giornalisti che hanno detto la loro (anche firme illustri che pensavo si dedicassero ad altro) mi ha colpito una affermazione: “non è che continuiamo a sopravalutare la nostra nazionale?”.
Con questa affermazione sono molto d’accordo: facciamo una prima considerazione sulle partecipazioni alle due ultime competizioni; in Giappone eliminati dal Campionato Mondiale (giugno 2002), adesso altrettanto nel Campionato d’Europa.
Seconda considerazione: il nostro Campionato è infarcito di giocatori stranieri, mentre gli italiani che giocano in squadre straniere si contano sulle dita di un paio di mani. Questo a mio modo di vedere, indica che sotto il profilo tecnico i giocatori degli altri paesi ci sono superiori; nell’affrontare le Coppe internazionali di club, ovviamo a questo gap comprando stranieri a tutto spiano (ci sono squadre che hanno in formazione tre o quattro “italiani” e il resto tutti stranieri), ma quando dobbiamo incontrare rappresentative nazionali, i nostri superpagati giovanotti in mutande si trovano in grosse difficoltà.
D’altro canto i regolamenti sulla libertà di passaggio di menci e lavoratori in ambito comunitario (25 paesi europei) privilegia l’internazionalità a scapito delle singole nazioni che sono così soggette a grosse figuracce.
Figuracce che, peraltro, in questo europeo ci hanno visto in ottima compagnia (Francia, Germania, Inghilterra) a dimostrazione – e questa è un’altra considerazione che ho sentito da varie parti e che condivido - di un sostanziale livellamento delle nazionali di tutto il mondo, in particolare dell’Europa; non esistono più le cosiddette “squadre materasso” e a questo proposito dobbiamo ricordare che nella semifinale del Mondiale 2002 c’erano Corea del Sud e Turchia.
L’ultima considerazione sulla disgraziata spedizione portoghese della nostra nazionale concerne il numero di funzionari della federazione che ha seguito la squadra ed ha alloggiato in un sontuoso Hotel a quasi 400 Euro giornalieri: da un’indagine svolta da alcuni quotidiani sportivi, sembra che la comitiva fosse di oltre 90 persone; quindi se ai 23 giocatori aggiungiamo 12 fra tecnici e preparatori vari, avanzano ancora 65 persone (funzionari con famiglia?) che si sono fatti una bella vacanza a nostre spese.
A proposito: ma come si fa a trovare un posto in Federazione, oppure nel CONI? Sono tutte strutture che fanno parte del “generone” romano e che quindi sfuggono a qualsiasi logica di controllo?
Allora cominciamo subito: le vesti stracciate di tutti i commentatori e giornalisti italiani si sono sprecate; il fatidico “io l’avevo detto” è risuonato sinistro più di una volta; il C.T. della nazionale, Trapattoni, è stato considerato da tutti come il responsabile unico della nostra figuraccia e così – sull’altare del volere della pubblica opinione – è stato esonerato e sostituito da un altro, Lippi, ex Juventus; da notare che i vertici della nostra Federazione sono rimasti tutti al loro, invidiatissimo, posto dopo aver scaricato tutte le colpe sul povero Trapattoni (povero si fa per dire, visto che sembra abbia avuto una buonuscita di un certo rilievo).
Tra i tanti commenti più o meno esagitati dei tanti tecnici e giornalisti che hanno detto la loro (anche firme illustri che pensavo si dedicassero ad altro) mi ha colpito una affermazione: “non è che continuiamo a sopravalutare la nostra nazionale?”.
Con questa affermazione sono molto d’accordo: facciamo una prima considerazione sulle partecipazioni alle due ultime competizioni; in Giappone eliminati dal Campionato Mondiale (giugno 2002), adesso altrettanto nel Campionato d’Europa.
Seconda considerazione: il nostro Campionato è infarcito di giocatori stranieri, mentre gli italiani che giocano in squadre straniere si contano sulle dita di un paio di mani. Questo a mio modo di vedere, indica che sotto il profilo tecnico i giocatori degli altri paesi ci sono superiori; nell’affrontare le Coppe internazionali di club, ovviamo a questo gap comprando stranieri a tutto spiano (ci sono squadre che hanno in formazione tre o quattro “italiani” e il resto tutti stranieri), ma quando dobbiamo incontrare rappresentative nazionali, i nostri superpagati giovanotti in mutande si trovano in grosse difficoltà.
D’altro canto i regolamenti sulla libertà di passaggio di menci e lavoratori in ambito comunitario (25 paesi europei) privilegia l’internazionalità a scapito delle singole nazioni che sono così soggette a grosse figuracce.
Figuracce che, peraltro, in questo europeo ci hanno visto in ottima compagnia (Francia, Germania, Inghilterra) a dimostrazione – e questa è un’altra considerazione che ho sentito da varie parti e che condivido - di un sostanziale livellamento delle nazionali di tutto il mondo, in particolare dell’Europa; non esistono più le cosiddette “squadre materasso” e a questo proposito dobbiamo ricordare che nella semifinale del Mondiale 2002 c’erano Corea del Sud e Turchia.
L’ultima considerazione sulla disgraziata spedizione portoghese della nostra nazionale concerne il numero di funzionari della federazione che ha seguito la squadra ed ha alloggiato in un sontuoso Hotel a quasi 400 Euro giornalieri: da un’indagine svolta da alcuni quotidiani sportivi, sembra che la comitiva fosse di oltre 90 persone; quindi se ai 23 giocatori aggiungiamo 12 fra tecnici e preparatori vari, avanzano ancora 65 persone (funzionari con famiglia?) che si sono fatti una bella vacanza a nostre spese.
A proposito: ma come si fa a trovare un posto in Federazione, oppure nel CONI? Sono tutte strutture che fanno parte del “generone” romano e che quindi sfuggono a qualsiasi logica di controllo?