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domenica, maggio 09, 2004

Libertà d'informazione 

E’ un vecchio slogan, un abusato modo di dire: “libertà d’informazione”; ma nessuno dice chi deve avere questa libertà, se coloro che “fanno” informazione oppure coloro che ne sono destinatari.Non posso dire niente per quelli che fanno informazione, ma vorrei approfondire un po’ il caso di coloro che la subiscono, volenti o nolenti.
C’è da premettere che nessun uomo contemporaneo può fare a meno dell’informazione e che anzi è proprio questa a determinarne i propri atteggiamenti su politica, socialità ed altro.
Con questo mio intervento vorrei evidenziare quello che un normale utente di giornali, riviste, telegiornali e radiogiornali “vorrebbe” e quello che invece “non vorrebbe”.
Per il primo aspetto sarebbe auspicabile che gli operatori dell’informazione fornissero maggiori elementi di valutazione circa l’aumento dei prezzi, p.e. della benzina; quale è l’elemento che nella filiera dei combustibili impazzisce e aumenta in modo esponenziale? In questi giorni sento citare il termine “aumento psicologico” da parte di alcuni operatori: se è vero, dopo aver interpellato dei bravi psichiatri, non ci dobbiamo dimenticare che un aumento è comunque un aumento e, se non è motivato porta nelle tasche di chi lo fa un notevole, illegittimo (e illegale??) arricchimento. Di questo la stampa e i TG non ne hanno mai parlato e tanto meno hanno fatto i nomi di queste persone; si sussurra soltanto molto genericamente e lo si fa sulla stampa specializzata e in trasmissioni di settore, quelle comunicazioni “di nicchia” che servono a dire che “ma l’abbiamo detto!!!” e che non comportano alcuna nuova conoscenza per il grosso pubblico che non segue queste forme di informazione.
Due parole anche su quello che nello sfracello finanziario di alcune aziende, può generare condizioni favorevoli per alcuni; facciamo un esempio: l’Alitalia è al terzo Amministratore Delegato (l’ultimo è Cimoli) in poco più di due mesi. Ora mi domando: ma i due precedenti A.D. quanto hanno guadagnato e quanto hanno percepito come liquidazione, soprattutto atteso il disastro combinato.
Una notizia del genere, che per la stampa finanziaria è addirittura banale da rintracciare, sarebbe molto interessante per il grosso pubblico che invece è tenuto all’oscuro di tutto. Su una cosa poi a mio avviso – ma sono certo anche di tanti altri – la grande informazione potrebbe benissimo fare a meno di intervenire, lasciando il campo libero a giornaletti e trasmissioni scandalistiche.
Volete l’ultimo esempio?Fiorello rilascia a una rivista “specializzata in pettegolezzi” un’intervista nella quale racconta il suo tunnel nell’inferno della cocaina,concludendo con “avrei potuto fare la fine di Pantani!”.
Fin qui tutto bene; lo showman ha tutto il diritto di gestire la propria immagine come meglio crede e rilasciare tutte le interviste che vuole; quello che non arrivo a capire è il motivo per cui alcuni quotidiani facenti parte della grande stampa, sentano il bisogno di riprendere l’intervista e, integrarla con immagini, ulteriori considerazioni e altro. Tutto questo nelle pagine dedicate ai fatti del mondo, alle crisi in cui i lavoratori rischiano il posto di lavoro, alle guerre che ancora attanagliano questo nostro mondo e fanno centinaia di morti tutti i giorni e ……nella settimana che precede l’inizio del Giro d’Italia.
E’ proprio necessario arruffianarsi il grosso pubblico in questo modo per vendere qualche copia in più?

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