domenica, maggio 02, 2004
Alitalia come gli autoferrotranvieri?
Sia gli autoferrotranviari che l’Alitalia si occupano di trasporti; entrambi si sono ribellati agli accordi dei sindacati con il governo, vi ricordate, non molti mesi or sono.
Gli autoferrotranviari sembrano andati a posto, almeno non se ne sente più parlare; il problema Alitalia invece nasce ora con la violenza dei blocchi dei voli, anche se è un caso che nasce diverso tempo fa (ricorderete che è stato anche cambiato l’A.D.).
Questo dunque il “legame” tra le due vicende!
Veniamo ora alla trattazione: ieri l’altro, ultimo di aprile, dopo già un giorno di blocco, il governo e i sindacati stabiliscono di riunirsi in assemblea permanente fino a che non si è trovata una soluzione.
Ovviamente presupposto essenziale per l’inizio della trattativa è il superamento del blocco dei voli ed il ripristino della normalità operativa.
I dipendenti – in tutti gli scali – non ne hanno voluto sapere e hanno continuato imperterriti a bloccare i voli, sia nazionali che internazionali, motivando l’atteggiamento con la sfiducia dei due contraenti.
Ieri abbiamo avuto la precettazione da parte dei prefetti interessati e adesso si auspica che lunedì 3 maggio si possa iniziare le trattative.
Il problema dell’Alitalia è molto semplice a descrivere, molto più difficile a risolvere: l’azienda, vecchiotta come organizzazione, è stata messa alle corde dalla concorrenza spietata delle altre compagnie aeree e soprattutto dagli esuberi del personale, veramente a livello altissimo.
In pratica, si hanno più dipendenti di quanti si possono mantenere; risparmiando su questi surplus, il C.D.A. assicura che l’azienda potrebbe essere risanata.
Ovviamente ancora non sono trapelati ufficialmente i numeri di questi esuberi ne le categorie interessate: sono certo comunque che i signori dirigenti saranno al di fuori di questa lista.
Il governo, maggiore azionista tramite il Ministero del Tesoro, è chiamato pesantemente in causa per cercare di salvare il maggior numero possibile di posti di lavoro: in pratica si torna al vecchio sistema di interventi a pioggia che sarebbero bruciati in pochi mesi; il tutto per tacitare i dipendenti.
Ma anche volendo, quanto sopra non è realizzabile in quanto l’Europa vieta espressamente aiuti a singole aziende e consente eventualmente soltanto interventi dI settore (cioè rivolti a tutte le compagnie aeree). Non mi sembra proprio il caso di “aiutare” coloro che hanno messo in ginocchio l’Alitalia; sarebbe nient’altro che un incentivo a metterla definitivamente KO, cioè a farla fallire.
Questa, detta in soldoni, è la situazione attuale; nessuno fa un passo avanti nel trattare e del resto i motivi di attrito riguardano la vita stessa dei dipendenti, mica una fisima qualsiasi.
Nella vicenda i giornali e i TG inzuppano il pane, stigmatizzando sulla irresponsabilità della forza lavoro che lascia a terra ogni giorno migliaia di persone; probabilmente si vorrebbe che i lavoratori …si auto-licenziassero, togliendo così ogni incombenza alla dirigenze che – ovviamente – resta ferma al suo posto e con il suo lauto stipendio (un dirigente guadagna circa dieci volte un operaio o impiegato).
Questo è lo stato dei fatti; come se ne esca è molto difficile prevederlo.
Gli autoferrotranviari sembrano andati a posto, almeno non se ne sente più parlare; il problema Alitalia invece nasce ora con la violenza dei blocchi dei voli, anche se è un caso che nasce diverso tempo fa (ricorderete che è stato anche cambiato l’A.D.).
Questo dunque il “legame” tra le due vicende!
Veniamo ora alla trattazione: ieri l’altro, ultimo di aprile, dopo già un giorno di blocco, il governo e i sindacati stabiliscono di riunirsi in assemblea permanente fino a che non si è trovata una soluzione.
Ovviamente presupposto essenziale per l’inizio della trattativa è il superamento del blocco dei voli ed il ripristino della normalità operativa.
I dipendenti – in tutti gli scali – non ne hanno voluto sapere e hanno continuato imperterriti a bloccare i voli, sia nazionali che internazionali, motivando l’atteggiamento con la sfiducia dei due contraenti.
Ieri abbiamo avuto la precettazione da parte dei prefetti interessati e adesso si auspica che lunedì 3 maggio si possa iniziare le trattative.
Il problema dell’Alitalia è molto semplice a descrivere, molto più difficile a risolvere: l’azienda, vecchiotta come organizzazione, è stata messa alle corde dalla concorrenza spietata delle altre compagnie aeree e soprattutto dagli esuberi del personale, veramente a livello altissimo.
In pratica, si hanno più dipendenti di quanti si possono mantenere; risparmiando su questi surplus, il C.D.A. assicura che l’azienda potrebbe essere risanata.
Ovviamente ancora non sono trapelati ufficialmente i numeri di questi esuberi ne le categorie interessate: sono certo comunque che i signori dirigenti saranno al di fuori di questa lista.
Il governo, maggiore azionista tramite il Ministero del Tesoro, è chiamato pesantemente in causa per cercare di salvare il maggior numero possibile di posti di lavoro: in pratica si torna al vecchio sistema di interventi a pioggia che sarebbero bruciati in pochi mesi; il tutto per tacitare i dipendenti.
Ma anche volendo, quanto sopra non è realizzabile in quanto l’Europa vieta espressamente aiuti a singole aziende e consente eventualmente soltanto interventi dI settore (cioè rivolti a tutte le compagnie aeree). Non mi sembra proprio il caso di “aiutare” coloro che hanno messo in ginocchio l’Alitalia; sarebbe nient’altro che un incentivo a metterla definitivamente KO, cioè a farla fallire.
Questa, detta in soldoni, è la situazione attuale; nessuno fa un passo avanti nel trattare e del resto i motivi di attrito riguardano la vita stessa dei dipendenti, mica una fisima qualsiasi.
Nella vicenda i giornali e i TG inzuppano il pane, stigmatizzando sulla irresponsabilità della forza lavoro che lascia a terra ogni giorno migliaia di persone; probabilmente si vorrebbe che i lavoratori …si auto-licenziassero, togliendo così ogni incombenza alla dirigenze che – ovviamente – resta ferma al suo posto e con il suo lauto stipendio (un dirigente guadagna circa dieci volte un operaio o impiegato).
Questo è lo stato dei fatti; come se ne esca è molto difficile prevederlo.