giovedì, aprile 08, 2004
Tanto rumore per nulla
Vi ricordate alcune settimane fa, tutto il bordello scoppiato sulle “licenze UEFA” quella forma di controllo al quale dovevano sottoporsi tutte le società calcistiche da parte dell’ente europeo che sovrintende al calcio professionistico per poter partecipare alle coppe europee.
Da ogni parte si levavano alti i lamenti di coloro che invocavano l’intervento del governo per spalmare in vari anni i debiti con il fisco per l’IRPEF, essendo questo uno dei parametri ai quali l’UEFA avrebbe fatto riferimento.
Le squadre più inguaiate risultavano essere le due romane (Roma e Lazio) e il Parma, le meno interessate le due milanesi (Milan e Inter) e la Juventus.
Ricorderete anche che uno dei presidenti “virtuosi” (Gazzoni, del Bologna) accenno addirittura ad una forma di doping amministrativo, così fu definito; “io pago le tasse e non mi posso permettere di comprare il campione, quelle invece che non le pagano, con i soldi risparmiati possono investire nei giocatori”, questo in breve il ragionamento.
La scadenza per mostrare la situazione delle squadre di A e B era il 31 marzo; ebbene è di ieri la notizia che i verdetti hanno sanzionato l’ammissione di tutte le squadre cosiddette grandi, quindi le romane, le milanesi, la Juve e il Parma, e l’esclusione di una serie di società minori – per problemi di campo di gioco – e del Chiedo; quest’ultima società è stata indicata per tre anni all’attenzione della gente come un esempio da seguire: pensate un quartiere di una città come Verona che arriva in Serie A e si permette di dar fastidio agli squadroni. Poi si scopre che il suo presidente, Campedelli, si era “dimenticato” di pagare l’IRPEF per tre anni accumulando un sostanzioso debito con l’erario; bell’esempio che abbiamo avuto!
Ma torniamo alle grandi: lo stesso giorno che è arrivata la sentenza liberatoria per Roma, Lazio e Parma, si apprende che il Centro Sportivo di proprietà della Lazio è stato pignorato dall’Agenzia delle Entrate per il debito IRPEF di oltre 180/milioni di Euro.
Il Parma, poi, mi domando come ha potuto far fronte all’esposizione vista la situazione della famiglia Tanzi, titolare del pacchetto azionario di maggioranza: certamente Bondi non avrà pagato queste cifre per conto della società.
Ma allora non è stato pagato niente, allora è stata tutta una burletta, allora anche senza pagare si ha l’autorizzazione a giocare le coppe europee; mi sembrava che anche questa faccenda non andasse a finire a tarallucci e vino!
Ricordiamoci, casomai l’avessimo scordato, che siamo in Italia e tutto può succedere, all’infuori delle cose giuste e legali.
Da ogni parte si levavano alti i lamenti di coloro che invocavano l’intervento del governo per spalmare in vari anni i debiti con il fisco per l’IRPEF, essendo questo uno dei parametri ai quali l’UEFA avrebbe fatto riferimento.
Le squadre più inguaiate risultavano essere le due romane (Roma e Lazio) e il Parma, le meno interessate le due milanesi (Milan e Inter) e la Juventus.
Ricorderete anche che uno dei presidenti “virtuosi” (Gazzoni, del Bologna) accenno addirittura ad una forma di doping amministrativo, così fu definito; “io pago le tasse e non mi posso permettere di comprare il campione, quelle invece che non le pagano, con i soldi risparmiati possono investire nei giocatori”, questo in breve il ragionamento.
La scadenza per mostrare la situazione delle squadre di A e B era il 31 marzo; ebbene è di ieri la notizia che i verdetti hanno sanzionato l’ammissione di tutte le squadre cosiddette grandi, quindi le romane, le milanesi, la Juve e il Parma, e l’esclusione di una serie di società minori – per problemi di campo di gioco – e del Chiedo; quest’ultima società è stata indicata per tre anni all’attenzione della gente come un esempio da seguire: pensate un quartiere di una città come Verona che arriva in Serie A e si permette di dar fastidio agli squadroni. Poi si scopre che il suo presidente, Campedelli, si era “dimenticato” di pagare l’IRPEF per tre anni accumulando un sostanzioso debito con l’erario; bell’esempio che abbiamo avuto!
Ma torniamo alle grandi: lo stesso giorno che è arrivata la sentenza liberatoria per Roma, Lazio e Parma, si apprende che il Centro Sportivo di proprietà della Lazio è stato pignorato dall’Agenzia delle Entrate per il debito IRPEF di oltre 180/milioni di Euro.
Il Parma, poi, mi domando come ha potuto far fronte all’esposizione vista la situazione della famiglia Tanzi, titolare del pacchetto azionario di maggioranza: certamente Bondi non avrà pagato queste cifre per conto della società.
Ma allora non è stato pagato niente, allora è stata tutta una burletta, allora anche senza pagare si ha l’autorizzazione a giocare le coppe europee; mi sembrava che anche questa faccenda non andasse a finire a tarallucci e vino!
Ricordiamoci, casomai l’avessimo scordato, che siamo in Italia e tutto può succedere, all’infuori delle cose giuste e legali.