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martedì, aprile 06, 2004

Sofri, Ciampi, Saddam e la Spagna 

Anzitutto vi domanderete che rapporto hanno tra loro gli “argomenti” indicati nel titolo; ebbene la risposta è: nessuno ma ho ritenuto di parlarne insieme.
Anzitutto Sofri: sono anni che i bravi “intellettuali italiani” si dannano l’anima per far sì che il Presidente Ciampi conceda la grazia a Sofri (che si guarda bene dal richiederla); tali sforzi sono stati intensificati in questi ultimi mesi e per ultimo ci si è messo pure Pannella che a 75 anni si è imbarcato in uno sciopero della fame ed ora anche della sete.
Questi ultimi tentativi sono caratterizzati da un nuovo elemento: non si parla più di Sofri, ma si lotta per “restituire al Presidente della Repubblica” il potere di emanare grazie a sua scelta. Ci nascondiamo dietro un dito, perché nessuno ci viene a spiegare chi è il birbaccione che ha tolto questo potere al Presidente e come si potrebbe fare a ridarglielo; c’è da aggiungere anche che il bravo Carlo Azeglio non si è lamentato del “furto”, cioè non lo ha denunciato.
Allora: se fosse veramente così – ma mi sembra tutto veramente illogico – verrebbe usato Sofri solo come “testimonial” di una campagna ben più ampia: per esempio tale Matteo Ferrari che nel carcere di Biella sta scontando il trentesimo anno di galera (quando è entrato ne aveva 29), senza avere ucciso nessuno, accusato “soltanto” di appartenenza a banda armata. Mi sembra che anche il suo caso dovrebbe approdare sul tavolo del Presidente. O no!
Veniamo ora a Saddam; avete visto tutti il bordello che sta scoppiando in Irak per effetto della rivolta degli sciiti, capeggiati da un giovane leader, lo sceicco Al Sadr (sono rimasti coinvolti anche i Carabinieri del battaglione Tuscanica di stanza a Nassiriya).
La parola d’ordine di questi integralisti islamici è: “fuori tutti dall’Irak”; che fare?
Una soluzione ci sarebbe, ed è quella di andarsene davvero ma non prima di aver rimesso in sella il bravo Saddam – pulito e profumato, non come l’abbiamo visto uscire dalla tana – e lasciarlo mettere ordine nel paese. Non dimentichiamo che egli era capo dei sunniti, acerrimi nemici degli sciiti e che al sig. Sadr (o meglio: al padre) gliene aveva già suonate non tanti anni fa.
Quindi, lasciamolo lavorare in pace e permettiamogli di rimettere il suo “ordine” nel paese; dopo semmai….
E per finire veniamo alla Spagna che sembra diventata il campo di battaglia più operante di tutta l’Europa per i terroristi islamici; è di oggi l’”intimazione” di Al Qeda di “andarsene immediatamente” dall’Irak e, è stato aggiunto, anche dall’Afganistan, pena fiumi di sangue che scorreranno nel paese.
Non vorrei essere nei panni del nuovo Primo Ministro: verrà accusato di troppa debolezza nei confronti del terrorismo per aver dichiarato il disimpegno spagnolo in Irak a partire dal 30 giugno; gli confuteranno: è come con i bambini, se li abitui male quando gli dai un dito si prendono tutto il braccio!!
E invece il ritiro delle truppe dall’Irak era stato posto come facente parte del programma elettorale; chi avrebbe pensato che poi – avendo vinto – era bene attuare le promesse (non come avviene in Italia).
E torniamo all’inizio: perché ho messo insieme i tre argomenti? Non lo so; forse perché le tre vicende rappresentano storie di ordinaria follia, come ormai siamo abituati a vedere.


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