martedì, aprile 20, 2004
Reality Show
Il termine “reality show” è l’unione di due parole anglosassoni (reality = realtà e show = spettacolo) che vuol significare “realtà spettacolare” oppure “spettacolo reale”, fate voi.
Per noi teledipendenti, i reality show sono quelle manifestazioni che creano spettacolo indipendentemente dalle persone che vi partecipano (sconosciuti o VIP in disuso) e che hanno luogo in posti delimitati e inaccessibili a terzi..
In principio fu “Il grande fratello” (che si ripete da alcuni anni, ciclicamente) che – di provenienza statunitense – è approdato in Europa e quindi anche in Italia: si trattava di rinchiudere 10 o 12 persone (sei maschi e sei femmine) in una casa accogliente per 100 giorni ed espellerne uno ogni settimana; l’espulsione – voluta dagli altri partecipanti – era però di fatto stabilita dal pubblico via telefono che assisteva alle varie vicissitudini (soprattutto verbali e amorose) dei giovanotti..
Visto il successo della trasmissione (pensate che Sky la mette in onda 24 ore su 24), è stato inventato una sorta di Grande Fratello ma interpretato da VIP decaduti e quindi da riciclare, che si teneva in una isolotto deserto dello Jucatan: in questa manifestazione, tenuta d’occhio giornalmente e anche settimanalmente da vari inviati, i “malcapitati” dovevano occuparsi del luogo dove dormire (costruire una o più capanne) e procurarsi il mangiare (pesca, uccisione di insetti e piccoli mammiferi o rettili). Anche qui l’esclusione avveniva attraverso le telefonate del pubblico.
Sull’onda del successo di questa, abbiamo avuto l’edizione de “La Talpa”, anch’esso un reality difficoltoso per i concorrenti che, oltre alle varie peripezie, dovevano guardarsi dalla “talpa” cioè da uno di loro che faceva il gioco dell’organizzazione.
Attualmente – oltre al “Grande Fratello” – abbiamo “La fattoria” e Music farm”: nel primo si ipotizza di catapultare una diecina di VIP (anche qui in disuso e vogliosi di riciclaggio) nell’anno 1.700, quindi senza luce, gas, acqua corrente, ecc. In aggiunta, siamo in una fattoria dove devono essere svolti i tipici lavori agricoli: mungere le vacche, dare da mangiare alle altre bestie e via dicendo.
In “Music farm”, i VIP rinchiusi sono tutti cantanti (come sopra, in declino e da riciclare) e l’esclusione avviene anche qui al opera del pubblico.
Fra quello che dobbiamo attenderci in un prossimo futuro, c’è un “changing reality”, nel quale i concorrenti potranno cambiare qualcosa, la casa, la famiglia, addirittura la moglie.
Poi avremo una sorta di “Grande Fratello” che ha lo scopo di scegliere un candidato politico: il vincitore, infatti, avrà la possibilità di candidarsi (dove ancora non sappiamo) e sarà dotato dei mezzi occorrenti.
Che commenti possiamo fare a proposito dei “reality show”: lo stesso Costanzo ha detto che non ne può più, eppure lui è stato un apripista con i vari “talk show” realizzati con sconosciuti fatti diventare famosi.
Io sarei più cauto: forse la formula dei reality è semiologicamente quanto di più vicino (insieme alle news) al linguaggio televisivo che dovrebbe rappresentare appunto una "finestra sul mondo"; quello che viene a noia è rivedere i protagonisti di questi spettacoli invitati come ospiti in altre trasmissioni. Questo induce veramente alla sonnolenza, a volte addirittura all’odio, e si impreca contro i reality, colpevoli di creare dei “mostri spettacolo” che poi si dipartono in tutte le trasmissioni televisivi, suscitando l’invidia degli spettatori (non solo giovani) che vedono persone che non sanno fare niente essere invitati qua e là, guadagnando tra l’altro bei soldini.
Per noi teledipendenti, i reality show sono quelle manifestazioni che creano spettacolo indipendentemente dalle persone che vi partecipano (sconosciuti o VIP in disuso) e che hanno luogo in posti delimitati e inaccessibili a terzi..
In principio fu “Il grande fratello” (che si ripete da alcuni anni, ciclicamente) che – di provenienza statunitense – è approdato in Europa e quindi anche in Italia: si trattava di rinchiudere 10 o 12 persone (sei maschi e sei femmine) in una casa accogliente per 100 giorni ed espellerne uno ogni settimana; l’espulsione – voluta dagli altri partecipanti – era però di fatto stabilita dal pubblico via telefono che assisteva alle varie vicissitudini (soprattutto verbali e amorose) dei giovanotti..
Visto il successo della trasmissione (pensate che Sky la mette in onda 24 ore su 24), è stato inventato una sorta di Grande Fratello ma interpretato da VIP decaduti e quindi da riciclare, che si teneva in una isolotto deserto dello Jucatan: in questa manifestazione, tenuta d’occhio giornalmente e anche settimanalmente da vari inviati, i “malcapitati” dovevano occuparsi del luogo dove dormire (costruire una o più capanne) e procurarsi il mangiare (pesca, uccisione di insetti e piccoli mammiferi o rettili). Anche qui l’esclusione avveniva attraverso le telefonate del pubblico.
Sull’onda del successo di questa, abbiamo avuto l’edizione de “La Talpa”, anch’esso un reality difficoltoso per i concorrenti che, oltre alle varie peripezie, dovevano guardarsi dalla “talpa” cioè da uno di loro che faceva il gioco dell’organizzazione.
Attualmente – oltre al “Grande Fratello” – abbiamo “La fattoria” e Music farm”: nel primo si ipotizza di catapultare una diecina di VIP (anche qui in disuso e vogliosi di riciclaggio) nell’anno 1.700, quindi senza luce, gas, acqua corrente, ecc. In aggiunta, siamo in una fattoria dove devono essere svolti i tipici lavori agricoli: mungere le vacche, dare da mangiare alle altre bestie e via dicendo.
In “Music farm”, i VIP rinchiusi sono tutti cantanti (come sopra, in declino e da riciclare) e l’esclusione avviene anche qui al opera del pubblico.
Fra quello che dobbiamo attenderci in un prossimo futuro, c’è un “changing reality”, nel quale i concorrenti potranno cambiare qualcosa, la casa, la famiglia, addirittura la moglie.
Poi avremo una sorta di “Grande Fratello” che ha lo scopo di scegliere un candidato politico: il vincitore, infatti, avrà la possibilità di candidarsi (dove ancora non sappiamo) e sarà dotato dei mezzi occorrenti.
Che commenti possiamo fare a proposito dei “reality show”: lo stesso Costanzo ha detto che non ne può più, eppure lui è stato un apripista con i vari “talk show” realizzati con sconosciuti fatti diventare famosi.
Io sarei più cauto: forse la formula dei reality è semiologicamente quanto di più vicino (insieme alle news) al linguaggio televisivo che dovrebbe rappresentare appunto una "finestra sul mondo"; quello che viene a noia è rivedere i protagonisti di questi spettacoli invitati come ospiti in altre trasmissioni. Questo induce veramente alla sonnolenza, a volte addirittura all’odio, e si impreca contro i reality, colpevoli di creare dei “mostri spettacolo” che poi si dipartono in tutte le trasmissioni televisivi, suscitando l’invidia degli spettatori (non solo giovani) che vedono persone che non sanno fare niente essere invitati qua e là, guadagnando tra l’altro bei soldini.