<$BlogRSDUrl$>

domenica, aprile 04, 2004

Maleducazione pubblicitaria 

Mi riferisco in particolare a uno spot pubblicitario; si dirà: ma i “commercial” fanno il loro gioco e basta, cioè non fanno parte della grande famiglia dei mezzi di comunicazione di massa; e invece ne fanno parte a pieno titolo e le cosiddette “comunicazioni clandestine” dei mezzi ordinari sono appannaggio anche degli spot.
Ma andiamo con ordine e spieghiamo meglio. Lo spot in questione è quello realizzato da TIM per le sponsorizzazioni delle trasmissioni televisive sul calcio, quello – per facilitare il ricordo – nel quale si assiste a grandi pallonate tra “civili” cioè non giocatori, che vengono scambiate in ambienti non propriamente sportivi, cioè in piena città, addirittura sulle strisce pedonali.
Il tema dello spot è abbastanza chiara: il pallone, cioè il calcio, unisce la gente anche fuori dagli stadi, legandoli tra loro con la passione sportiva; tematica affratellante e quindi sostanzialmente positiva: in più, di questo sentimento che è tipico del calcio, TIM è parte importante in quanto sponsor delle relative trasmissioni televisive.
Fin qui tutto bene. Ma se invece della tematica ci fermiamo alla cosa che ci viene mostrata, balza evidente una certa forma di “maleducazione civica” che viene stigmatizzata da tutte le parti; giocare al calcio in mezzo al traffico, palleggiare addirittura sulle strisce pedonali, sono cose e situazioni di una pericolosità enorme.
Se l’azione edonistica dei mass media, se l’effetto emulazione funziona, non dico che ci troveremo invasi da palleggiatori sulle strisce, ma certo che i freni inibitori vengono un po’ allentati sul traffico e quello che ne consegue (alla faccia anche dei punti sulla patente).
Quindi, per concludere questo discorso, lo spot pubblicitario ha un tema – di carattere commerciale - da comunicare; la materia che viene usata per rappresentare questo discorso deve essere in linea con la tematica, altrimenti si rischia di vanificare la tematica ed innescare dei concetti che possono essere controproducenti al massimo.
Certo che stiamo parlando di un “media” (la televisione) che sta scadendo sempre più e che forse meriterebbe di essere esaminata con maggiore attenzione: per questa volta limitiamoci ad osservare la “qualità” degli opinionisti che vanno per la maggiore nelle trasmissioni di prima serata: Platinette, oppure gli esclusi dalla casa del Grande Fratello.
Ora c’è da chiedersi quali sono i titolo in base ai quali questi personaggi pontificano su tutti e su tutto, atteggiandosi a grandi conoscitori delle più svariate problematiche.
Perché vengono scelti questi signori o signore o signorine? Mi sembra chiaro che le televisioni cerchino di mostrare soltanto la notorietà del personaggio, infischiandosi delle cose che può dire; cioè, mostro volti conosciuti e mi disinteresso di quello che può uscire da quelle bocche, tanto il pubblico non è interessato a conoscere pareri concettualmente interessanti, ma a seguire distrattamente il parlato e ad ammirare invece l’immagine conosciuta.

This page is powered by Blogger. Isn't yours?