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giovedì, aprile 15, 2004

Il sogno 

Oggi, dopo un lauto pasto, mi sono collocato in poltrona davanti all’apparecchio tv per vedere il telegiornale e, come mi succede sempre più spesso, mi sono addormentato; e….ho sognato.
Ho sognato che sia io che i miei figli e i miei nipoti eravamo in una società che aveva abolito la violenza e – attraverso la ricerca scientifica – aveva cancellato la povertà, la sofferenza e aveva ridotto la morte ad un mero passaggio biologico.
In questo mondo, forse uggioso e con pochi stimoli, la gente non odiava più nessuno e aveva soltanto sentimenti d’amore e di solidarietà nei confronti degli altri.
Il lavoro era diventato una cosa buona e appannaggio di tutti, mentre la giusta mercede era altrettanto un dato di fatto: ognuno guadagnava per quanto gli occorreva e per fare ciò doveva prestare una giusta mano d’opera.
Lo stato (volutamente con la s minuscola) era fatto da tutti noi che ci alternavamo alle cariche che servivano per mandare avanti le strutture pubbliche: il tutto a elezione diretta e per ben stabiliti limiti di tempo, dalla carica numero uno all’ultima.
Poi, come sempre accade, mi sono svegliato e, nonostante le tante cose sognate, nella cruda realtà era passato pochissimo tempo e la TV era ancora sintonizzata sul telegiornale che mi ha snocciolato una serie impressionante di episodi che, oltre la guerra, hanno toccato la violenza, la sofferenza, la malattia, la mancanza di lavoro e la morte; guarda caso tutti i problemi che nel mio sogno erano già stati bellamente risolti e che invece la nostra umanità continua ad essere infarcita.
E non sono problemi dei quali si possa intravedere una soluzione a breve/media scadenza, tutt’altro, sembrano addirittura diventati così “ineluttabili” che ci stiamo quasi facendo l’abitudine, stiamo cioè cercando di conviverci.
Impaurito da quanto mi sono trovato davanti, ho chiuso gli occhi ed ho tentato di riaddormentarmi per vedere se tornavo a sognare: purtroppo non ci sono riuscito ed anzi sono stato costretto ad alzarmi per andare a prendere un bicarbonato, dato che non ero riuscito a digerire il pranzo.
Cosa avrà voluto significare??

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