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giovedì, aprile 29, 2004

Cose di questo mondo 

Tre cose mi hanno particolarmente colpito in questi ultimi giorni: la prima è la diatriba tra Lucia Annunziata (Presidente del CDA RAI) e Cattaneo (Direttore Generale RAI) sulla vicenda dell’intervista di Bonolis a Donato Bilancia andata in onda nel corso di “Domenica In”.
In particolare – senza entrare nel merito della polemica – mi ha colpito la forma con cui i due altissimi dirigenti dialogano: Cattaneo a Annunziata “tu non mi hai ancora visto incaz….”, “ti caccio a calci in c….”, “ora mi hai proprio rotto i c…..).
Come si può vedere, trattasi di frasario oxfordiano che testimonia uno squisito e variegato linguaggio posseduto dal giovane dirigente e, soprattutto, una notevole forma di rispetto sia verso la presidente e sia verso la donna.
Veramente i miei complimenti!
La seconda cosa che mi ha colpito è una classifica pubblicata dal periodico “Time” degli uomini più potenti del mondo.
Ebbene, mentre al primo posto abbiamo, ovviamente, Giorgino Bush, il nostro campione, Osama Bin Laden si è classificato al 12° posto.
Lasciamo fare Bush (perché alla fine dell’anno scade e non sappiamo se verrà rieletto) e concentriamoci invece su Bin Laden: la già invidiabile posizione – viene prima infatti di molti Capi di Stato (anche del nostro) – potrebbe essere migliorata; e in che modo? Non certo comprando ancora più armi, convenzionali e non, e neppure acquisendo sempre più adepti alla propria causa (ne ha già a sufficienza) ma utilizzando il metodo della “eliminazione forzosa”, organizzando cioè tutta una serie di attentati indirizzati specificatamente a coloro che lo precedono in questa speciale classifica.
Con una programmazione scientifica, Osama potrebbe pianificare di raggiungere una delle prime tre posizioni entro due o meglio tre anni; per fare ciò deve far fuori almeno nove Capi di Stato e, così facendo raggiungerebbe la terza posizione (un piazzato!!)
Capisco che non sono cose facili a realizzarsi, ma con l’impegno che certamente non gli manca e con i mezzi a disposizione sono certo che ha buone possibilità di raggiungere l’obiettivo.
La terza cosa che mi ha colpito è il blocco posto nella giornata di oggi dai lavoratori Alitalia su tutti i voli della nostra Compagnia di bandiera: a questo blocco sono interessati tutti gli scali, da Roma a Napoli, da Milano a Torino e Genova, ecc. Insomma si tratta di bloccare centinaia di voli; le altre Compagnie aeree si fregano le mani e, finché hanno posto sui propri aerei, imbarcano i viaggiatori ex-Alitalia. Poi, per quelli rimasti a terra, deve essere trovata una sistemazione, ovviamente, a spese dell’Alitalia
Anche in questo caso non voglio entrare nel vivo della polemica (ne ho parlato in un post di fine febbraio e magari ci ritornerò sopra in un altro momento), ma voglio solo riferire di un dialogo “surreale” tra un incaricato dell’aeroporto di Milano e un viaggiatore straniero.
Il viaggiatore straniero, bloccato come tanti altri, si rivolge all’incaricato dell’aeroporto per conoscere la causa e apprende che il blocco è dovuto ad uno sciopero dei dipendenti Alitalia, una compagnia che è in grave crisi.
Capisco, dice il viaggiatore straniero, sono dipendenti licenziati dall’azienda; no, afferma l’incaricato. E allora, ribatte il viaggiatore perché scioperano? Perché hanno paura di essere licenziati. Ma come, ribatte ancora lo straniero, i dipendenti di una azienda in crisi che sono giustamente in pensiero per il posto di lavoro, fanno sciopero, causando così un ulteriore danno all’azienda e avvicinando quindi il momento del licenziamento dei cosiddetti esuberi? A quest’ultima affermazione il nostro incaricato non ha risposto anche perché distratto da altri compiti (trovare gli alberghi per i passeggeri rimasti a terra!!


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