lunedì, marzo 08, 2004
L'Europa e la Giustizia
Nell’immediato dopoguerra, un certo numero di Paesi si mise insieme per cercare di realizzare quello che poi sarebbe stata chiamate l’Unione Europea; scopo di questo era unificare le economie e, successivamente, le politiche dei singoli stati in un unico crogiolo di razze, idee e leggi varie.
Il primo passo, cioè l’unione economica, si è andato formando con una certa speditezza e con strutture che sono passate sopra la testa dei singoli popoli; si è realizzato in pratica l’Europa dei banchieri, e questa – per i loro interessi – è venuta anche bene.
Si è trattato poi di ampliare questa unione ad altre materie e qui sono cominciate a nascere i veri problemi: ognuno voleva che la propria sovranità non venisse messa in discussione, anche se voleva mettere il becco negli altri stati per vedere se c’era qualcosa da arraffare.
In pratica nessuno è disposto a cedere niente: ne abbiamo avuto un fulgido esempio nella diatriba che c’è stato tra Italia e Francia a proposito dell’estradizione di tale Cesare Battista, omonimo e, credo, anche lontano parente dell’eroe risorgimentale.
Il sig. Battisti, noto alle cronache per la sua appartenenza ai Nuclei Proletari per il Comunismo, si è macchiato di varie nefandezze, tra le quali l’uccisione in modo alquanto odioso di quattro persone.
Arrestato e tradotto in galera, ne è fuggito con l’aiuto, sembra, dei “compagni di lotta” ed è riparato in Francia dove ha preso a scrivere romanzi gialli, acquisendo così l’etichetta di “intellettuale”, ovviamente “di sinistra” (certo, basta anche poco!)
In Italia intanto i processi al nostro eroe – contumace - andavano avanti e si concludevano con due ergastoli; tale pena veniva confermata anche dalla Corte Costituzionale e quindi si poteva ritenere “passata in giudicato”.
Recentemente, accordi tra i Ministeri della Giustizia dei due Paesi hanno inteso sistemare il contenzioso nato con “la promessa Mitterand”, che in pratica aveva assicurato gli “intellettuali” che nessuno li avrebbe toccati.
Il nostro Ministro della Giustizia ha inviato formale richiesta di estradizione e, sulla base dei nuovi accordi intercorsi, la Polizia si è affrettata ad arrestare il Battisti come forma precauzionale in attesa della decisione della Ministero della Giustizia francese.
Apriti cielo!! Gli “intellettuali” francesi (ma anche quelli nostrani) si sono scatenati al grido di “nessuno tocchi Battisti” e hanno praticamente costretto la magistratura a liberarlo.
Niente è ancora definito, manca il responso ufficiale sulla richiesta di estradizione, ma sono abbastanza pessimista.
Ma la vicenda mi serve per corroborare il mio concetto esposto sopra: nessun Paese è disposto a cedere un briciolo di sovranità, neppure a rivedere non dico le leggi ma neanche le “promesse”, in quanto tutto ciò fa parte della propria sovranità.
Niente di tutto ciò può essere messo in discussione da un altro Stato, il quale si deve accontentare di quello che bonariamente gli viene concesso.
In pratica, ognuno rimane nel proprio orticello, nel quale è signore e padrone, salvo fare delle puntate nel “campo grande” per vedere se c’è qualcosa da arraffare.
E questo è lo spirito europeista!
Il primo passo, cioè l’unione economica, si è andato formando con una certa speditezza e con strutture che sono passate sopra la testa dei singoli popoli; si è realizzato in pratica l’Europa dei banchieri, e questa – per i loro interessi – è venuta anche bene.
Si è trattato poi di ampliare questa unione ad altre materie e qui sono cominciate a nascere i veri problemi: ognuno voleva che la propria sovranità non venisse messa in discussione, anche se voleva mettere il becco negli altri stati per vedere se c’era qualcosa da arraffare.
In pratica nessuno è disposto a cedere niente: ne abbiamo avuto un fulgido esempio nella diatriba che c’è stato tra Italia e Francia a proposito dell’estradizione di tale Cesare Battista, omonimo e, credo, anche lontano parente dell’eroe risorgimentale.
Il sig. Battisti, noto alle cronache per la sua appartenenza ai Nuclei Proletari per il Comunismo, si è macchiato di varie nefandezze, tra le quali l’uccisione in modo alquanto odioso di quattro persone.
Arrestato e tradotto in galera, ne è fuggito con l’aiuto, sembra, dei “compagni di lotta” ed è riparato in Francia dove ha preso a scrivere romanzi gialli, acquisendo così l’etichetta di “intellettuale”, ovviamente “di sinistra” (certo, basta anche poco!)
In Italia intanto i processi al nostro eroe – contumace - andavano avanti e si concludevano con due ergastoli; tale pena veniva confermata anche dalla Corte Costituzionale e quindi si poteva ritenere “passata in giudicato”.
Recentemente, accordi tra i Ministeri della Giustizia dei due Paesi hanno inteso sistemare il contenzioso nato con “la promessa Mitterand”, che in pratica aveva assicurato gli “intellettuali” che nessuno li avrebbe toccati.
Il nostro Ministro della Giustizia ha inviato formale richiesta di estradizione e, sulla base dei nuovi accordi intercorsi, la Polizia si è affrettata ad arrestare il Battisti come forma precauzionale in attesa della decisione della Ministero della Giustizia francese.
Apriti cielo!! Gli “intellettuali” francesi (ma anche quelli nostrani) si sono scatenati al grido di “nessuno tocchi Battisti” e hanno praticamente costretto la magistratura a liberarlo.
Niente è ancora definito, manca il responso ufficiale sulla richiesta di estradizione, ma sono abbastanza pessimista.
Ma la vicenda mi serve per corroborare il mio concetto esposto sopra: nessun Paese è disposto a cedere un briciolo di sovranità, neppure a rivedere non dico le leggi ma neanche le “promesse”, in quanto tutto ciò fa parte della propria sovranità.
Niente di tutto ciò può essere messo in discussione da un altro Stato, il quale si deve accontentare di quello che bonariamente gli viene concesso.
In pratica, ognuno rimane nel proprio orticello, nel quale è signore e padrone, salvo fare delle puntate nel “campo grande” per vedere se c’è qualcosa da arraffare.
E questo è lo spirito europeista!