martedì, marzo 23, 2004
Gli aiuti a questo calcio: ma siamo matti?!
Al termine di una settimana che ha visto le forze politiche impegnate nello studio di misure idonee a “salvare” il calcio dai pesanti debiti IRPEF, c’è stato, domenica, il bello spettacolo del derby romano, interrotto alla fine del primo tempo. Sarà stato un caso? Ma andiamo per ordine;
L’UEFA, l’organismo europeo che governa il calcio, ha emanato delle norme in base alle quali le società che non sono in regola con alcuni parametri, non potranno essere iscritte al prossimo campionato. Uno di questo parametri è quello di essere in regola con le tasse da corrispondere allo Stato (in particolare l’IRPEF); ovvio che molte società, anche tra quelle che vanno per la maggiore tipo Roma e Lazio, si sono…dimenticate di pagare l’IRPEF da molto tempo ed hanno accumulato un bel debito.
Niente paura, nel paese dei condoni vuoi che non si trovi un sistema per aggirare la norma? Detto fatto, si mette in fabbricazione un decreto definito “spalma trasse” che rateizza in cinque anni il pagamento alle società morose, senza penali e senza interessi.
Non tutti sono d’accordo con questo decreto, ma il nostro “premier levigato”, fiero della propria creatura (il Milan) non vuole trovarsi senza avversari con cui giocare e quindi ha tirato fuori un concetto che grosso modo recita: “non possiamo permettere che città grandi come Roma, Genova, Napoli, Palermo e Firenze rimangano senza calcio e quindi bisogna tutelare quei tifosi, sennò quelli fanno la rivoluzione”.
Già, quei tifosi, proprio quelli che domenica sera hanno dato uno spettacolo di inciviltà e di prepotenza unico al mondo: i capi ultras hanno in pratica “costretto” arbitro, giocatori, allenatori e dirigenti a non riprendere la partita dopo che una voce aveva annunciato che un bambino era stato investito da una camionetta della Polizia, cosa non vera e “subito” smentita dallo stesso Questore.
E non si dica che erano “poche frange violente” e la maggioranza se ne è stata buona buona; i cori erano fatti da centinaia e centinaia di persone. Inoltre le frasi dette a Totti, Peruzzi e agli allenatori sono “terribili”: è una vera costrizione a non riprendere il gioco e i giocatori, che proprio cuor di leone non sono, acconsentono alle minacce, ed anzi oggi tendono a smentire “per paura” quello che le telecamere mostrano e fanno sentire.
La partita è stata interrotta e nel defluire della folla ci sono stati tafferugli con i poliziotti: risultato 151 agenti e 21 tifosi all’ospedale (notate la proporzione)
Tutta la vicenda romana ha insegnato, caso mai non si fosse capito prima, che il calcio è in mano a spregevoli e violenti individui (i famosi ultras) che ricattano le società e gli stessi giocatori costringendoli a fare quello che loro vogliono.
Si è capito altresì che “non si è capito i motivi di tutto il bordello accaduto”, tant’è vero che un giornalista sportivo interpellato da una collega finlandese su quanto è accaduto, ha confessato di non averle saputo spiegare i fatti!
Ed è a questo mondo, a questi supporters che il governo si accingerebbe a fornire tali facilitazioni di pagamento?
Molte forze politiche, anche all’interno della compagine governativa, storcono la bocca a questa ipotesi, anche se – sotto il profilo strettamente economico – se lo Stato vuole rientrare nei propri crediti, questo è l’unico sistema, altrimenti si troverebbe di fronte ad una sequela di fallimenti e a quel punto recuperare i soldi diventerebbe molto più problematico.
Questo mi sembrerebbe l’unico motivo valido!
L’UEFA, l’organismo europeo che governa il calcio, ha emanato delle norme in base alle quali le società che non sono in regola con alcuni parametri, non potranno essere iscritte al prossimo campionato. Uno di questo parametri è quello di essere in regola con le tasse da corrispondere allo Stato (in particolare l’IRPEF); ovvio che molte società, anche tra quelle che vanno per la maggiore tipo Roma e Lazio, si sono…dimenticate di pagare l’IRPEF da molto tempo ed hanno accumulato un bel debito.
Niente paura, nel paese dei condoni vuoi che non si trovi un sistema per aggirare la norma? Detto fatto, si mette in fabbricazione un decreto definito “spalma trasse” che rateizza in cinque anni il pagamento alle società morose, senza penali e senza interessi.
Non tutti sono d’accordo con questo decreto, ma il nostro “premier levigato”, fiero della propria creatura (il Milan) non vuole trovarsi senza avversari con cui giocare e quindi ha tirato fuori un concetto che grosso modo recita: “non possiamo permettere che città grandi come Roma, Genova, Napoli, Palermo e Firenze rimangano senza calcio e quindi bisogna tutelare quei tifosi, sennò quelli fanno la rivoluzione”.
Già, quei tifosi, proprio quelli che domenica sera hanno dato uno spettacolo di inciviltà e di prepotenza unico al mondo: i capi ultras hanno in pratica “costretto” arbitro, giocatori, allenatori e dirigenti a non riprendere la partita dopo che una voce aveva annunciato che un bambino era stato investito da una camionetta della Polizia, cosa non vera e “subito” smentita dallo stesso Questore.
E non si dica che erano “poche frange violente” e la maggioranza se ne è stata buona buona; i cori erano fatti da centinaia e centinaia di persone. Inoltre le frasi dette a Totti, Peruzzi e agli allenatori sono “terribili”: è una vera costrizione a non riprendere il gioco e i giocatori, che proprio cuor di leone non sono, acconsentono alle minacce, ed anzi oggi tendono a smentire “per paura” quello che le telecamere mostrano e fanno sentire.
La partita è stata interrotta e nel defluire della folla ci sono stati tafferugli con i poliziotti: risultato 151 agenti e 21 tifosi all’ospedale (notate la proporzione)
Tutta la vicenda romana ha insegnato, caso mai non si fosse capito prima, che il calcio è in mano a spregevoli e violenti individui (i famosi ultras) che ricattano le società e gli stessi giocatori costringendoli a fare quello che loro vogliono.
Si è capito altresì che “non si è capito i motivi di tutto il bordello accaduto”, tant’è vero che un giornalista sportivo interpellato da una collega finlandese su quanto è accaduto, ha confessato di non averle saputo spiegare i fatti!
Ed è a questo mondo, a questi supporters che il governo si accingerebbe a fornire tali facilitazioni di pagamento?
Molte forze politiche, anche all’interno della compagine governativa, storcono la bocca a questa ipotesi, anche se – sotto il profilo strettamente economico – se lo Stato vuole rientrare nei propri crediti, questo è l’unico sistema, altrimenti si troverebbe di fronte ad una sequela di fallimenti e a quel punto recuperare i soldi diventerebbe molto più problematico.
Questo mi sembrerebbe l’unico motivo valido!