martedì, marzo 09, 2004
Ci risiamo: aumenta la benzina
Periodicamente, come nei cicli ricorrenti ed inarrestabili, il petrolio torna ad aumentare (supera i 35 dollari l’oncia e si avvicina ai 40) e di conseguenza la benzina costa oltre 1 euro e 10 centesimi.
Le cause: sembra che come tutti i mercati che si rispettano, anche quello del petrolio si affida alle regole che valgono per le zucchine o l’insalata. Cioè se la domanda supera l’offerta il prodotto aumenta di prezzo. A questo proposito sembra che l’aumento ci sia stato ed anche di portata smisurata, e questo per “colpa” della Cina che nel suo slancio produttivistico consuma una quantità enorme di petrolio (materia prima che non possiede): pensate che il solo incremento tra il 2002 e il 2003 è pari all’intero consumo italiano.
Bene, abbiamo compreso il motivo del rincaro, ma possibile che non ci sia nessun accorgimento che i paesi occidentali possono prendere a difesa della propria economia?
A questo proposito, già nel novembre scorso, proprio su queste stesse pagine web, mi ero permesso di suggerire all’occidente di togliersi dalla dipendenza nei confronti dei produttori del cosiddetto oro nero.
In che modo? Facendo progredire sempre più la ricerca su nuove fonti energetiche; per esempio che il motore delle automobili continui a bruciare benzina è una vera presa in giro. Sappiamo benissimo che da oltre venti anni esistono progetti di auto con motori ad acqua, idrogeno, ed altro. Sono tutti progetti già sperimentati, funzionanti, dei quali è già stato costruito un prototipo, ma il tutto è riposto in un cassetto e coperto da una segretezza degna di miglior causa.
Perché? Non lo so, ma anche se lo sapessi mi sembra inutile dirlo, pensiamo invece ad altre strade che possono essere imboccate..
Se l’occidente vuol continuare a dipendere dal petrolio, allora che si faccia carico di controllarne la produzione ed il relativo prezzo, perché non si può ipotizzare che l’aumento del costo di questa materia prima possa mettere in ginocchio le economie di tanti paesi.
In che modo può avvenire tale controllo? In svariati modi, anche di natura militare (la crisi irakena insegna), purché servano come monito diretto agli arabi (ma anche ai russi ed anche agli americani) che il petrolio non è come le zucchine ed i carciofi, è un prodotto diverso dal quale discende il benessere di troppe persone per consentirne una completa liberalizzazione.
Vi sembra sbagliato? Badate bene che abbiamo addirittura due opzioni (farne a meno o controllarlo) e quindi potremmo stare addirittura meglio che di fronte ad altre situazioni.
Le cause: sembra che come tutti i mercati che si rispettano, anche quello del petrolio si affida alle regole che valgono per le zucchine o l’insalata. Cioè se la domanda supera l’offerta il prodotto aumenta di prezzo. A questo proposito sembra che l’aumento ci sia stato ed anche di portata smisurata, e questo per “colpa” della Cina che nel suo slancio produttivistico consuma una quantità enorme di petrolio (materia prima che non possiede): pensate che il solo incremento tra il 2002 e il 2003 è pari all’intero consumo italiano.
Bene, abbiamo compreso il motivo del rincaro, ma possibile che non ci sia nessun accorgimento che i paesi occidentali possono prendere a difesa della propria economia?
A questo proposito, già nel novembre scorso, proprio su queste stesse pagine web, mi ero permesso di suggerire all’occidente di togliersi dalla dipendenza nei confronti dei produttori del cosiddetto oro nero.
In che modo? Facendo progredire sempre più la ricerca su nuove fonti energetiche; per esempio che il motore delle automobili continui a bruciare benzina è una vera presa in giro. Sappiamo benissimo che da oltre venti anni esistono progetti di auto con motori ad acqua, idrogeno, ed altro. Sono tutti progetti già sperimentati, funzionanti, dei quali è già stato costruito un prototipo, ma il tutto è riposto in un cassetto e coperto da una segretezza degna di miglior causa.
Perché? Non lo so, ma anche se lo sapessi mi sembra inutile dirlo, pensiamo invece ad altre strade che possono essere imboccate..
Se l’occidente vuol continuare a dipendere dal petrolio, allora che si faccia carico di controllarne la produzione ed il relativo prezzo, perché non si può ipotizzare che l’aumento del costo di questa materia prima possa mettere in ginocchio le economie di tanti paesi.
In che modo può avvenire tale controllo? In svariati modi, anche di natura militare (la crisi irakena insegna), purché servano come monito diretto agli arabi (ma anche ai russi ed anche agli americani) che il petrolio non è come le zucchine ed i carciofi, è un prodotto diverso dal quale discende il benessere di troppe persone per consentirne una completa liberalizzazione.
Vi sembra sbagliato? Badate bene che abbiamo addirittura due opzioni (farne a meno o controllarlo) e quindi potremmo stare addirittura meglio che di fronte ad altre situazioni.