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domenica, febbraio 29, 2004

Due parole sull'Europa 

Anzitutto vorrei chiedere aiuto ai miei lettori (se ce ne sono) chiedendo loro cosa ne sanno sui fondi europei, sui fondi strutturali, sugli obiettivi (1,2,3,ecc). Ovviamente tutto questo riferito alla Comunità Economica Europea.
Chiedo questo nonostante mi reputi una persona che cerca di informarsi (2 quotidiano tutti i giorni e un settimanale, almeno due TG ogni santo giorno e varie rubriche di approfondimento.
Ora dico io, quando mai c’è stato qualcuno che si è premurato di informare il popolo (sia quello “bue” che quello “cavallo”) su come funziona la distribuzione dei soldi da parte dei vari Comitati e/o Commissioni.
Mi spiego meglio: questi soldi che vengono distribuiti (p.e. nel settore agricolo) da dove provengono? Ogni stato versa annualmente una specie di “posta” che sommata a tutte le altre viene poi a sua volta ridistribuita tra gli stati partecipanti, al netto – ovviamente – delle “mostruose” spese generali che tutto il carrozzone europeo (sia Bruxelles che Strasburgo) spende con buona dovizia: ma quanti saranno gli uscieri, gli impiegati, i funzionari, i direttori, ecc.?
Allora andiamo avanti: se ogni stato versa una certa quota (stabilita su alcuni parametri) e poi i suoi cittadini ricevono parte di tale quota, sotto forma di sussidi, incentivi, sovvenzioni o altro, mi domando dove sia la nostra brava convenienza, se non a tenere in piedi delle strutture che diventano sempre più elefantiache, ma che possono servire per collocare “Alti burocrati che in patria scocciano”, o per farsi belli quando ci tocca (un semestre a testa fra tutti; a noi ci ritoccherà fra dieci anni) la Presidenza dell’Unione, come è capitato al Cavaliere che, si è pavoneggiato tanto nel suo nuovo ruolo, ma non è riuscito a ricavare una gran bella figura.
Pensiamo alla prossima infornata di un buon numero di stati europei (quelli dell’est più altri) e stiamo certi che tali paesi verseranno cifre modeste (dati i PIL modesti), ma pretenderanno grosse somme per finanziare le loro economie non ancora sviluppate, per sostenere l’agricoltura, ecc. Ma tutto questo con quali soldi? Forse diminuendo le cifre a disposizione dei paesi più ricchi (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, ecc) che così vedranno decurtata la loro “posta” oltre che dalla, diciamo così, quota parte di spese generali, anche dall’obolo coatto che dovranno dare ai paesi “new entry”.
Ma nel meccanismo che ho appena citato mi sembra che manchi qualcosa, un ingranaggio che non conosco e che non mi fanno conoscere. Avete fatto caso che sentiamo parlare di Europa solo quando viene toccato uno dei settori principali del paese, cioè il calcio; ricordate l’intervento del Commissario Europeo, Mario Monti, sul decreto del governo dedicato al calcio e definito “spalmadebiti”? Avete sentito altre notizie su questo signore?
Beh, qualcosa l’avvertiamo, da lui o da altri Commissari, nei casi di crisi in cui una nostra grande azienda arriva al capolinea (fraudolentemente o meno) e minaccia di licenziare tutti e chiudere: l’Europa si affretta a dire che il governo non può intervenire con piani di salvataggio, tutti la lasciano dire e poi fanno come vogliono.
Se le cose stanno in un altro modo, vi prego caldamente di spiegarmelo, con parole semplici, ed io mi affretterò a fare autocritica; mi rimarrà soltanto un dubbio: perché i mass-media (uno dei “poteri forti” non si sono mai impegnati a fornire una informativa sistematica sul funzionamento delle istituzioni europee ed hanno invece preferito “buttare tutto in politica”, cioè bianco contro rosso e viceversa, mentre mi sembra che in questo guazzabuglio ci sia qualcuno che si è arricchito e continua a farlo.


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